Addio Arnaldo Forlani, decano della Prima Repubblica: l'ex leader Dc morto ieri a 97 anni. Da sempre legato a Pesaro

Addio Arnaldo Forlani, decano della Prima Repubblica
Addio Arnaldo Forlani, decano della Prima Repubblica
di Simonetta Marfoglia
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Venerdì 7 Luglio 2023, 07:33 - Ultimo aggiornamento: 19:37

PESARO È morto Arnaldo Forlani, uno degli ultimi grandi esponenti della Democrazia Cristiana ancora in vita, nonché uno dei più importanti politici italiani a cavallo dagli anni ‘70 e fino ai primi anni ‘90, quando Tangentopoli decretò la fine della Prima Repubblica e della sua classe dirigente. L’ex leader Dc, aveva 97 anni, ed è morto nella serata di ieri nella sua abitazione di Roma dove ormai viveva da tempo. Ne ha dato notizia il figlio Alessandro dopo che da qualche giorno le condizioni si erano aggravate. Forlani era nato a Pesaro l’8 dicembre del 1925 e alla sua città è sempre rimasto fortemente radicato. 


La carriera


Nel corso della sua lunga carriera politica è stato presidente del Consiglio dei ministri (ottobre 1980-giugno 1981), ministro degli Esteri, della Difesa e delle Partecipazioni statali, segretario della Dc nel quadriennio 1969-1973 e tra il 1989 e il 1992.

Parlamentare dal 1958 per 9 legislature, nel 1992 candidato alla Presidenza della Repubblica. La notizia della sua scomparsa ha raggiunto tra i primi Giorgio Girelli, legato a Forlani da una storica amicizia. «Ho perso un amico e un punto di riferimento» si emoziona nel ricordo Girelli, oggi ambasciatore della Repubblica di San Marino in Turchia e segretario generale della Conferenza nazionale dei Conservatori. «Ha avuto un ruolo fondamentale nella Prima Repubblica - prosegue - riuscendo a tener ferma la barra su una linea democratica anche in tempi non facili, ricoprendo ruoli forti e pregnanti più di quanto il suo carattere estremamente riservato lasciata trapelare. E’ stato un grande uomo e un politico di spicco, tra i più importanti dello scenario politico italiano e forse adesso riusciremo a capirlo fino in fondo. E’ stato un protagonista a dispetto della sua ritrosia a cavalcare la scena».

La riservatezza

«L’apparire, l’esibizione, i personalismi non gli appartenevano. La sua riservatezza era naturale e non retorica. Con lui ho avuto un rapporto solido e profondo, perchè tale era la nostra amicizia. E’ stato un mio mentore. Tutte le volte che mi incontrava mi diceva: “Giorgio studia mi raccomando. Studia, studia e studia ancora, poi assicurati un posto di lavoro e dopo fai politica”. E ancora si raccomandava di non andare a mendicare cariche. “Giorgio ricordati, non cercare mai cariche, quando non le cercherai saranno gli altri a venire a offrirtele”. Ha sempre avuto ragione. Pure ricoprendo ruoli importantissimi non ha mai sgomitato. Arnaldo è stato baricentrico nella Dc, anzi, di più: lui era la Dc, ne incarnava l’anima, l’essenza stessa. Ricordiamoci che la Democrazia cristiana aveva un’anima collettiva dove non si facevano fughe in avanti. Tutta la sua carriera politica è ruotata attorno all’equilibrio nella Dc, nel fare coesistere le varie anime o correnti che dir si voglia e portarle avanti in maniera unitaria e coesa, tenendo conto del ruolo dei cattolici sullo sfondo di uno scenario politico internazionale sempre complesso».

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