ANCONA - «Il personale scolastico sarà considerato inadempiente e non potrà prestare servizio a contatto con gli alunni se non ha ricevuto alcuna dose di vaccino trascorsi 90 giorni dalla positività, oppure se ha contratto l’infezione entro 14 giorni dalla somministrazione di una dose di vaccino. Nel caso abbia concluso il ciclo vaccinale l’inadempienza scatta decorsi i 120 giorni dalla date del test positivo». Con questa disposizione l’Ufficio scolastico regionale delle Marche finisce al centro di una polemica nazionale, che vede intervenire in prima persona il governatore Francesco Acquaroli e l’assessore regionale competente Giorgia Latini.
Non solo.
Acquaroli e Latini partono da una considerazione che è alla base dell’intervento nei confronti delle disposizioni emanate dall’Ufficio scolastico diretto da Marco Ugo Filisetti: «Non risulta che sia stata abrogata o modificata la Circolare Ministeriale n. 32884 del 21 luglio 2021 secondo cui “è possibile considerare la somministrazione di un’unica dose di vaccino nei soggetti con pregresso contagio da Covid-19 (decorso in maniera sintomatica od asintomatica), purché la vaccinazione venga eseguita preferibilmente entro i sei mesi dalla stessa e comunque non oltre i dodici mesi dalla guarigione”».
Di qui la richiesta di un confronto affinché vengano assunte urgentemente nuove determinazioni. «Questa interpretazione, oltre le norme - concludono Acquaroli e Latini - risulta infatti lesiva dei soggetti guariti che, nel caso specifico, prestano il loro servizio all’interno di un istituto scolastico». Le indicazioni dettate da Filisetti vengono considerate restrittive rispetto alle norme nazionali vigenti «e non trovano riscontro nell’impianto legislativo che non prevede tali obblighi tassativi, ad esempio entro i 90 giorni. In questo modo vengono inasprite le misure ben oltre le prescrizioni di legge. Va ricordato che gli insegnanti rischiano di essere sospesi e assegnati ad altra mansione. Siamo ormai abituati a questo atteggiamento - rimarcano governatore e assessore - ma non possiamo accettarlo».