Tolentino, interrogazione di Luconi: «Eredità Rascioni per la casa di riposo, cosa sta facendo l’amministrazione?»

La consigliera dell’opposizione Silvia Luconi
La consigliera dell’opposizione Silvia Luconi
di Carla Passacantando
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Martedì 23 Aprile 2024, 04:35 - Ultimo aggiornamento: 13:13

TOLENTINO Diverse le interrogazioni in discussione nella prossima assise consiliare convocata dal presidente del Consiglio Alessandro Massi per oggi alle 17 nella sala riunioni dell’Assm. Tra queste c’è quella presentata dal consigliere Silvia Luconi di Fratelli d’Italia per far luce sull’eredità lasciata da Otello Rascioni per la casa di riposo cittadina. Silvia Luconi chiede al sindaco Mauro Sclavi «come si sta impegnando l’amministrazione comunale nella gestione dell’eredità; quando è stata firmata la convenzione con l’Ute, Ufficio erariale di Ascoli Piceno; se ha iniziato a progettare l’ampliamento della casa di riposo; se sarà in grado di iniziare i lavori entro l’anno; qual è il capitolo di bilancio dove sono iscritti i tre milioni di euro ricevuti in eredità e la consistenza totale della somma».

Il precedente

«Già a ottobre - spiega Luconi - presentai una interrogazione (condivisa anche dai colleghi di centrodestra Silvia Tatò, Monia Prioretti e Francesco Pio Colosi) riguardante l’eredità del compianto Otello Rascioni che aveva lasciato al comune di Tolentino tre milioni di euro con la precisa richiesta che venissero realizzati “ulteriori posti letto a disposizione degli anziani ovvero acquisiti dei mezzi per migliorare le prestazioni erogate o aumentarne la quantità’’.

Si apprendeva da documenti pubblici comunali che il sindaco e la sua maggioranza avessero intenzione di ampliare la casa di riposo attuale acquisendo i locali della ex chiesa dei Cappuccini che sarebbero stati adibiti appunto a maggiori spazi a servizio della struttura attuale; con l’interrogazione in questione si chiedeva, tra le varie, a che punto fosse la valutazione da parte dei tecnici incaricati della chiesa dei Cappuccini.

Il sindaco Scalvi rispondeva che non aveva trovato tecnici che potessero accettare l’incarico per la stima vista l’inagibilità della stessa.

Sempre il primo cittadino rispondeva che si era proceduto a incaricare l’Ute, l’Ufficio erariale di Ascoli Piceno, per procedere a una stima degli spazi dell’ex chiesa e che i tempi sarebbero stati di circa 150 giorni dalla firma della convenzione, ma che si sarebbe adoperato per essere più celere. Ad oggi non ci sono notizie che diano conforto sullo stato dell’arte della questione».

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