MONTECASSIANO - Sono trascorse sei settimane dall’uccisione di Rosina Carsetti, la casalinga di 78anni strangolata il pomeriggio della vigilia di Natale nella sua abitazione in via Sandro Pertini a Montecassiano. La prossima settimana potrebbe portare nuove e importanti novità nell’indagine avviata dal procuratore capo Giovanni Giorgio e dal sostituto Vincenzo Carusi per far luce su quanto accaduto quel tragico giorno tra le 16.30 e le 18.30.
È in questo lasso di tempo, infatti, che secondo il medico legale Roberto Scendoni va collocata la morte dell’anziana e da lunedì ulteriori elementi entreranno nel puzzle investigativo grazie agli accertamenti del Reparto investigazioni scientifiche che l’8 febbraio inizieranno a Roma gli accertamenti irripetibili su campioni repertati e su oggetti sequestrati dagli inquirenti.
Per i familiari di Rosina: il marito Enrico Orazi, di 81 anni, la figlia Arianna di 48 anni e il nipote Enea Simonetti, di 20 anni, tutti indagati per omicidio volontario in concorso, parteciperà agli accertamenti il consulente di parte nominato dagli avvocati Andrea Netti e Valentina Romagnoli, si tratta della genetista Anna D’Ambrosio, docente di Applicazione forense all’Università La Sapienza di Roma. Nello specifico dovranno essere analizzati in laboratorio i campioni biologici estratti dalle unghie di Rosina e i campioni di Dna prelevati sul corpo dell’anziana oltre ai vestiti indossati il giorno dell’assassinio.
I risultati di questi accertamenti forniranno sicuramente un contributo importante alle indagini e saranno dirimenti per capire quale delle due ricostruzioni è quella vera, se quella ipotizzata dalla procura (ovvero che a uccidere l’anziana siano stati i suoi stessi familiari con cui condivideva l’abitazione) o quella sostenuta dai familiari (un rapinatore vestito di nero con cappello, mascherina e calzari che appena entrato in caso ha ammazzato l’anziana per poi legare la figlia e il marito mentre il nipote era al supermercato. Il 20enne, dopo la spesa, per circa un’ora e mezza era rimasto in macchina a giocare col cellulare prima di rientrare a casa). Chi ha ammazzato Rosina ha lasciato sicuramente tracce di sé sul cadavere, anche perché per soffocarla le è salito sul torace rompendole quattordici costole e da quanto emerso, nella dettagliata descrizione data dalla figlia Arianna del presunto rapinatore, ad oggi non sarebbe stato mai fatto riferimento a guanti indossati dall’assassino.
Altri oggetti che finiranno sotto la lente dei Ris sono i due cavi dell’aspirapolvere che il malvivente avrebbe staccato dai Folletto per legare figlia e padre, i due calzini indossati da Arianna e infilati in bocca a lei e al padre per non farli urlare e poi ancora i 2.000 euro che Arianna aveva in borsa (stessa cifra portata via dal rapinatore il 24 dicembre scorso), e un accendino trovato accanto al corpo della vittima.