Delitto di Rosina, processo d’Appello per il nipote condannato all'ergastolo: in aula verranno risentiti 17 testimoni

Delitto di Rosina, processo d’Appello per il nipote condannato all'ergastolo: in aula verranno risentiti 17 testimoni
Delitto di Rosina, processo d’Appello per il nipote condannato all'ergastolo: in aula verranno risentiti 17 testimoni
di Benedetta Lombo
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Giovedì 14 Marzo 2024, 05:25 - Ultimo aggiornamento: 11:29

MONTECASSIANO - Quattro udienze, due per sentire 17 testimoni, una per la discussione e una per repliche e sentenza. È quanto disposto dai giudici della Corte d’Assise d’Appello di Ancona che dovranno pronunciarsi sull’omicidio della 78enne Rosina Carsetti uccisa il 24 dicembre del 2020 e che hanno deciso di rinnovare l’istruttoria dibattimentale esaminando ben 17 testimoni sentiti già in primo grado. Alla fine la Corte si riserverà di decidere se disporre le due perizie (una medico-legale e una psichiatrica) chieste dagli avvocati Andrea Netti e Valentina Romagnoli difensori di Enea Simonetti, il nipote 23enne della vittima unico condannato per l’omicidio (all’ergastolo).

Le accuse

Ieri in aula c’erano tutti: la mamma 51enne e il nonno materno di Enea 82enne, Arianna ed Enrico Orazi, entrambi accusati di concorso in omicidio ma assolti in primo grado (per Arianna la Procura ha impugnato l’assoluzione) con i rispettivi legali Olindo Dionisi e Barbara Vecchioli, Enea visibilmente dimagrito («ha perso 20 chili», ha detto una persona che lo conosce) e poi più distante il padre del 23enne.

Le parti hanno rinnovato le richieste: il procuratore generale Roberto Rossi evidenziando che il ricorso è stato presentato per il mancato riconoscimento dell’aggravante della premeditazione per Enea, per l’assoluzione dall’accusa di omicidio per Arianna Orazi e per l’assoluzione di tutti e tre gli imputati (nipote, mamma e nonno) dal reato di maltrattamenti, ha chiesto che venissero risentiti sei testimoni le cui dichiarazioni sarebbero state valutate erroneamente dalla Corte d’Assise di Macerata. L’avvocato di Enea, Valentina Romagnoli, in via istruttoria ha richiesto una nuova perizia medico-legale per stabilire epoca, causa e modalità della morte di Rosina, una perizia psichiatrica sul 23enne (respinta in primo grado) per capire se il rapporto con la madre «ai limiti del morboso» ha precisato il legale, abbia influito sul comportamento del giovane con gli inquirenti e in aula.

L’istanza

Il legale ha anche chiesto di risentire due carabinieri sul rinvenimento di una coperta. In merito alla richiesta della Procura di risentire sei testimoni che in primo grado avevano parlato dei presunti maltrattamenti subiti dalla vittima da parte dei familiari conviventi, gli avvocati Vecchioli e Dionisi si sono opposti, il legale di Arianna Orazi si è opposto anche alle richieste della collega Romagnoli fatta eccezione della perizia medico legale. Dopo mezz’ora di camera di consiglio la Corte ha deciso: il 10 e il 24 aprile sentirà 17 testimoni tra amici di Rosina e vicini di casa, con loro anche l’estetista e il macellaio della 78enne, l’operatrice del centro antiviolenza a cui la vittima si era rivolta cinque giorni prima di essere uccisa, due carabinieri, uno che il 27 novembre 2020 intervenne in casa Orazi su chiamata di Rosina spaventata dalla reazione del nipote dopo un diverbio e un militare della locale stazione a cui l’anziana si rivolse il 19 agosto del 2020 ma senza sporgere denuncia. Saranno anche sentite due ex compagne di cella di Arianna.

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