MACERATA - Un lavoro che sta restituendo ai maceratesi la visione del fiume in un tratto che prima era precluso dalla crescita incontrollata della vegetazione. Ruspe in azione da alcuni mesi sul fiume Potenza, in particolare nel tratto tra Montecassiano e Villa Potenza di Macerata e i primi effetti sono ben visibili.
La situazione
Scomparse le centinaia di piante che nel corso dei decenni erano state lasciate crescere anche nell’alveo, le ruspe sono in azione in questi giorni per risistemare gli argini nell’area della rotatoria al termine del ponte Giovanni Paolo II alle spalle del centro fiere.
Le ruspe sono al lavoro da mesi, dopo decenni di attesa per un intervento che mira anche a contenere le ondate di piena i cui effetti si sono visti più volte in questi ultimi decenni lungo la vallata del Potenza. In questi giorni però la visione del fiume lascia pensare molte cose, ma non sembra stimolare ragionamenti legati a ondate di piena: il fiume Potenza è quasi in secca e questo accade a fine febbraio, appunto in un mese in cui negli anni passati era frequente assistere a ondate di piena, anche per via della mancata pulizia del fiume.
Da giorni i media nazionali parlano di allarme nel Centro Nord Italia per le precipitazioni, ma ieri la visione del fiume Potenza era quella di un fiume in secca, un livello preoccupante. Soltanto pochi mesi fa l’Aato 3 era stato costretto a lavori di urgenza per i danni prodotti all’acquedotto dall’erosione del fiume Potenza, esattamente nel punto in cui ora si vedono le ruspe entrate in campo con i fondi del Pnrr per combattere il dissesto idrogeologico.
Era stato danneggiato per oltre 220 metri l’acquedotto del Nera, in particolare nel tratto appena successivo al ponte Giovanni Paolo II tra i territori comunali di Macerata e di Montecassiano. Il fiume Potenza aveva eroso decine di metri di terreno fino ad arrivare appunto alla conduttura idrica realizzata non molti anni fa dal consorzio per l’acquedotto del Nera. Costo di quella operazione circa 155mila euro. L’Acquedotto del Nera è proprietario dell’infrastruttura, ma nulla ha a che fare con la manutenzione degli argini dei fiumi, in particolare del fiume Potenza, attività che compete appunto alla Regione Marche. C’è anche chi ipotizza che all’origine dell’erosione ci sia una modifica del percorso dell’acqua del fiume derivata dalla realizzazione del vicino ponte.