Si sente dire spesso che dalle crisi nascono le opportunità. Anche se non è sempre così, la storia di Biofavole ne è un caso emblematico. Nel 2014 Fabio D’Erasmo e Alessandra Poggi sono al settimo cielo per la nascita del loro figlio Leonardo. Tutto procede bene fino a quando, a 5 mesi di età, subentrano dei problemi per lo svezzamento. A Leonardo viene diagnosticata un’allergia a moltissimi alimenti. È il momento in cui i suoi genitori scoprono il valore della campagna (2,8 ettari di terreni) che la famiglia D’Erasmo possiede a Ortezzano. Fino ad allora non se ne erano mai occupati direttamente. Per evitare crisi allergiche a Leonardo sperimentano l’autoproduzione di tutto ciò che è possibile. Raccolgono la frutta dal loro campo e la affidano a un laboratorio esterno per la produzione degli omogeneizzati che Leonardo gradisce. I vasetti finiscono anche nelle tavole dei neonati di amici e parenti, che apprezzano. Da qui l’idea di far diventare questa attività un business.
La fondazione
Nel marzo del 2016 Alessandra fonda Biofavole, che produce «il primo vero omogeneizzato di frutta biologica a Km zero in Italia».
Il passaparola
Il passaparola, la partecipazione alle fiere e i social servono per veicolare prodotti e marchio. «Perché Biofavole? Perché questo è un sogno che si è trasformato in una favola. Ovviamente bio», spiega Alessandra. E in un mercato degli omogeneizzati dominato dalle grandi aziende, la micro impresa di Ortezzano si distingue per la qualità. Non c’è partita. Tra i suoi best seller ci sono la confettura di prugna, il succo di mela marchigiana, ma anche il dado e il ketchup. Tra i prodotti novità la confettura di zucca con l’anice stellato e le composte a zucchero zero. Da maggio a novembre i ritmi di produzione sono serratissimi, tant’è che ora l’azienda agricola si avvale di due collaboratori. Biofavole si appresta a implementare un progetto sulla tracciabilità elaborato con la Politecnica delle Marche. E presto inserirà nell’etichetta un QR code dove il cliente potrà riceve informazioni su come nasce il prodotto appena acquistato. «Presto inseriremo qualche prodotto in più. E vorremmo potenziare l’export», conclude Alessandra.