Le foto social di Giacomo Urtis diventano un caso. «La segnalazione» annunciata via Facebook dall'associazione Nessuno Tocchi Ippocrate sul chirurgo plastico Giacomo Urtis, per una foto che a suo dire lede il decoro della professione medica, «va fatta agli Ordini provinciali dei medici. Noi come Federazione nazionale degli Ordini non abbiamo giurisdizione sui singoli iscritti, solo sui presidenti». A precisarlo all'Adnkronos Salute è il presidente della Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri) Filippo Anelli.
Anelli, interpellato al riguardo, ammette: «La segnalazione ci sta. E va verificata», nel senso che, chiarisce il numero uno dei medici italiani, «il tema del decoro professionale è materia di Codice deontologico». E, nel dettaglio, il primo passaggio è già nell'articolo 1, in cui si precisa che il comportamento del medico, anche al di fuori dell'esercizio della professione, deve essere consono al decoro e alla dignità della stessa. Un secondo riferimento si trova anche all'articolo 2, in cui si legge che ogni azione od omissione comunque disdicevoli al decoro o al corretto esercizio della professione sono punibili con le sanzioni disciplinari previste dalla legge. In base a questi riferimenti, «la segnalazione ci sta» secondo Anelli.
L'iniziativa di Nessuno tocchi Ippocrate riguarda - spiega la stessa associazione in un secondo post su Facebook - la foto «di pubblico dominio dove si vede il collega steso sul letto a pancia sotto con il deretano in bella vista».
L'associazione informa infine di aver «segnalato il caso Urtis tramite Pec alla Fnomceo». «Se l'hanno mandata in Federazione - spiega Anelli - la gireremo all'Ordine competente. La Commissione disciplina» dell'Ordine provinciale di appartenenza «lo deve convocare e valutare il caso. Il tema del decoro, anche al di fuori dell'esercizio della professione, viene trattato nel Codice di deontologia medica, ma sarà l'Ordine provinciale a cui è iscritto» Urtis «a intervenire sul caso specifico».