Andrea Carnevale: «Mio padre uccise mia madre quando avevo 13 anni. Paola Perego? Sono stato lasciato e anche tradito»

Andrea Carnevale: «Mio padre uccise mia madre quando avevo 13 anni. Paola Perego? Sono stato lasciato e anche tradito»
Andrea Carnevale: «Mio padre uccise mia madre quando avevo 13 anni. Paola Perego? Sono stato lasciato e anche tradito»
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Sabato 13 Gennaio 2024, 12:33

Andrea Carnevale compie 63 anni. Dalla vita privata al matrimonio finito con la sua ex moglie, Paola Perego, fino al processo per doping e spaccio di cocaina – dal quale è stato assolto – oggi è capo scouting dell'Udinese. L'ex calciatore capace di trionfare con lo Scudetto vinto in quel meraviglioso Napoli di Diego Armando Maradona, da oltre 10 anni è a capo degli osservatori del club friulano e si racconta al quotidiano La Repubblica.

L'omicidio della madre

Il più grande dolore è arrivato quando aveva 13 anni. Suo padre, Gaetano, uccise la madre Filomena da cui aveva avuto 7 figli, mentre lavava i panni nel fiume che sfocia nel lago di Fondi. Anni dopo, Gaetano si suicidò nel manicomio criminale di Aversa. “Mi ricordo di quando, in paese, parlavamo con i carabinieri di quello che succedeva a casa e ci dicevano: ‘Se non vediamo il sangue….’. Cosa potevo, cosa potevamo fare? Poi, quel giorno, il fiume si è colorato di rosso. Ho detto al maresciallo: ‘Ora vedi il sangue che volevi’. Ma non sono morto. Non sono morto. Ho fatto la mia vita». 

I figli


Oggi i figli di Carnevale vivono lontani da Udine (a Roma), ma li sente spesso e ha un bel rapporto: Giulia lo ha fatto diventare nonno di Pietro, Riccardo fa il dj. Con Paola Perego e il suo nuovo marito sono diventati una grande famiglia allargata. A 63 anni nasconde di certo dentro di sé i dolori ma è sereno. Finalmente. "Oggi mi sento ancora un ragazzino e mi ritengo un uomo fortunato, fortunatissimo – ha spiegato – Ho avuto una vita di alti e bassi. Mi sono sentito onnipotente, bello, ricco, pensavo che nessuno mi potesse toccare. Per i miei errori sono caduto quando ero all’apice”. Il racconto della sua vita parte da quel vaffa rivolto a Vicini ai Mondiali del '90: "Biscardi fece rivedere le immagini di quella telecamera puntata su di me e Vicini mi chiamò: ‘Andrea, ma che mi hai mandato affanculo?’. Io mi scusai, gli spiegai che era solo un’imprecazione ma dalla partita successiva mi lasciò in tribuna, fino alla fine del Mondiale.

Il caso doping

Il calcio gli ha dato grandi soddisfazioni e tanto successo, ma anche tantissimi dolori, come il caso doping a ottobre 1990 in cui fu coinvolto insieme ad Angelo Peruzzi per l’assunzione di uno stimolante, la fentermina, presente nel Lipopil, che si prendeva anche per perdere peso. «Fu colpa mia – spiega – Dalla Federazione mi rassicurarono: ‘Prenderai uno o due mesi di squalifica’, anche perché la quantità era irrisoria, zero virgola.

Invece mi diedero un anno, una mazzata – spiega -. Mi perquisirono casa, ci fu il processo penale. Ricordo che il pm disse: ‘Abbiamo trovato nella sua abitazione questo prodotto’. E il giudice: ‘Ah, quelle vitamine le prendo anche io’. Fui assolto».

L'arresto per spaccio di cocaina

Nel 2002 l’arresto con l’accusa di detenzione e spaccio di cocaina. «Una telefonata che non dovevo fare, un millantatore che mi accusò, la mia solita ingenuità. Ma figuriamoci se mi mettevo a spacciare droga – racconta a proposito – Un periodo tremendo: un mese ai domiciliari, anni di processi. Volevo liberarmi e dissi al mio avvocato: ‘Perché non patteggiamo?’. ‘No, caro Andrea, non hai fatto niente, devi uscire innocente dal tribunale’. Aveva ragione: fui assolto". Da quel momento c'era la necessità di ripartire in qualche modo e cosa se non il calcio a tendergli la mano per iniziare un nuovo, entusiasmante e brillante percorso: "Devo ringraziare la famiglia Pozzo, che in un momento di grande dolore mi ha chiamato e mi ha voluto all’Udinese: la mia salvezza, una gioia che forse non si può comprendere – aggiunge – È stato come rinascere, perché mi ero perso e avevo perso una moglie e i miei due figli».

Il divorzio da Paola Perego

A proposito del matrimonio finito con Paola Perego, da cui sono nati Giulia nel 1992 e Riccardo nel 1996. «Ci siamo sposati a Monte San Biagio il 12 luglio 1990, subito dopo la fine di Italia ’90 – racconta Carnevale – In questi anni lei ha parlato pubblicamente dei miei tradimenti, della depressione. E tutto questo mi ha danneggiato. Io sono sempre stato zitto, non sono un uomo da gossip. A giugno scorso ho affrontato l’argomento con Giulia e Riccardo, non volevo pensassero che ho abbandonato lei a 4 anni e lui a 4 mesi". Carnevale ha voluto chiarire una volta per tutte la vicenda: «Non sono stato l’unico a sbagliare in quel matrimonio – ha detto ancora – Non voglio che tra qualche anno i miei nipoti leggano che il nonno è stato il più grande pu**aniere d’Italia. Io non ho lasciato, sono stato lasciato. E anche tradito».

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