Torre San Patrizio, perizia sulla vendita della partecipata: per la Corte dei Conti è tutto regolare

Perizia sulla vendita della partecipata: per la Corte dei Conti è tutto regolare
Perizia sulla vendita della partecipata: per la Corte dei Conti è tutto regolare
di Marina Vita
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Mercoledì 20 Marzo 2024, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 13:26

TORRE SAN PATRIZIO I componenti dell’ex giunta comunale guidata da Giuseppe Barbabella, sindaco compreso, il revisore dei conti e il segretario comunale sono stati assolti con formula piena e con sentenza definitiva dalla Corte dei Conti d’Appello di Roma che ha anche condannato l’attuale giunta ora guidata da Luca Leoni al pagamento delle spese processuali per oltre 20mila euro.

 
Il confronto


La sentenza romana dei giorni scorsi, definitiva e inappellabile, pone fine a una vicenda mal vissuta dall’ex primo cittadino di Torre San Patrizio che si è sentito ingiustamente messo sotto processo.

Tanto che, pur essendo sempre stato contrario all’abuso dei mezzi di informazione, stavolta tiene al fatto che la cosa si sappia e venga ristabilita la verità. L’accusa, in sostanza, era quella di aver proceduto durante il suo mandato amministrativo alla vendita di una quota della società partecipata dall’ente (prevista per obbligo legislativo) sulla base di una perizia di stima di un professionista locale, effettuata con una procedura di asta pubblica aperta. Nel mirino, in sostanza, non tanto la vendita quanto la scelta di rivolgersi a un consulente per fare chiarezza sui costi.


Il passato

«A quattro anni da quella vicenda - ricorda Barbabella - il sindaco Leoni ha deciso di rivedere la questione incaricando un consulente e un avvocato e contestando appunto non tanto l’operato degli amministratori e dei funzionari, ma la stima effettuata dal professionista esterno».

«Ma nei due gradi di giudizio, fino appunto a questa sentenza definitiva e inappellabile, i giudici contabili - ribadisce l’ex primo cittadino - hanno sancito che “nessuna grave negligenza o leggerezza operativa è ravvisabile nell’affidarsi all’opinione professionale del consulente di fiducia”; tra l’altro il Comune “temporeggiando nell’effettuare la cessione aveva anche beneficiato di una distribuzione di utili per 128mila euro, e, sommando l’importo degli utili con il prezzo di cessione di 193,812,48 euro, si è arrivati a una somma più elevata di 321.812 euro, superiore rispetto a quella della prima perizia, con un saldo positivo di 58.452 euro”».

«Inoltre - la conclusione di Barbabella - sia in primo che in secondo grado i giudici hanno posto l’onere delle spese processuali a carico del Comune per un importo complessivo (comprese le spese iniziali) di oltre 20mila euro, contrariamente alla prassi consolidata di compensare le spese tra i convenuti. Un importo sottratto alla casse comunali».


 

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