PORTO SAN GIORGIO Il ponte senza nome. Il ponte ciclopedonale sul fiume Ete è quasi pronto ma - a quanto pare - non verrà intitolato a nessuno. Il sindaco Valerio Vesprini ha ricordato: «L'avevo detto che la questione avrebbe creato conflittualità». L'infrastruttura, dopo anni di lavori a singhiozzo, fasi di stallo e interventi fermi, finalmente è quasi pronta, anche a detta degli amministratori. L'opera, è stata realizzata in condivisione dai due comuni, quello di Fermo e quello di Porto San Giorgio. Da qualche mese, sono partite le polemiche sulla possibile intitolazione. Polemiche che a dire il vero, sono state smorzate, quasi sul nascere dal sindaco di Fermo.
I nomi
Negli ultimi mesi, l'elenco dei nomi papabili da attribuire all'infrastruttura sono cresciuti, tanto da creare -forse- un po' d'imbarazzo nella scelta.
L’impegno
«Pochi giorni fa, ho visto che stavano finendo di lavorare -ha ammesso il sindaco Valerio Vesprini- poi ci sarà da sistemare tutta la zona limitrofa esterna al cantiere, come la curva che conduce al porto ma che è fuori dal progetto. Ora è giusto provvedere alle finiture, poi si penserà alle potature». Sull'intitolazione mancata, il primo cittadino di Porto San Giorgio ha commentato: «Fosse stato per me, non ci avrei neanche pensato. Io questa faccenda dell'intitolazione a Chiesa l'ho subìta. Con questo non dico di essere stato contrario, Felice era un amico e un imprenditore che stimavo. Solo che poi quando iniziano a crearsi comitati per nomi e contro nomi, diventa un problema. Tra l'altro, abbiamo saputo che per l'intitolazione serve il requisito di 10 anni dal decesso e si possono fare deroghe solo per personaggi di rilevanza nazionale e internazionale». Vesprini ha fatto anche presente un altro aspetto: «Non si sono mai visti ponti con il nome. Infrastrutture simili, nelle vicinanze, sono state inaugurate senza intitolazioni. L'avevo detto in consiglio che sarebbero sorti conflitti con altri nomi oltre a quello di Chiesa». È evidente che è stato fatto un passo indietro, su un ponte che è a metà tra due comuni. «Si tratta di una polemica paradossale -ha aggiunto Vesprini- quando dopo 30 anni si è riusciti ad avere finalmente un ponte. Ora, il problema è il nome. Forse, all'epoca è stato sbagliato fare quel proclama sull'intitolazione. A Porto San Giorgio, neanche i campi sportivi sono intitolati. Un ponte del genere che collega due comuni, ha fatto emergere queste problematiche. Personalmente, non ho mai pensato che il ponte dovesse avere un nome».