MONTEGIORGIO - Rapina nel sangue, la Cassazione conferma le condanne emesse un anno fa in Appello per l’omicidio di Maria Biancucci, l’anziana uccisa ad Alteta di Montegiorgio nel marzo del 2018. Un’aggressione finita in tragedia e un processo che ora si chiude in maniera definitiva, stabilendo senza più ombra di dubbio i ruoli e le responsabilità dei coinvolti. Le pene sono quindi di 30 anni per Dante Longo (50 anni), considerato dagli inquirenti l’esecutore materiale del crimine, 16 per il complice e nipote Sebastiano Piras (37 anni) e 4 per la compagna bulgara di Longo, Zlatina Iordanova (47 anni). Fin dall’inizio avevano sostenuto l’involontarietà di quanto avvento, ma invano.
La posizione
La stessa Corte di Appello di Ancona aveva a sua volta confermato le condanne comminate al termine del processo in Assise in occasione del primo grado di giudizio. La vittima, 79enne, era stata legata e imbavagliata sul letto, poi picchiata con violenza fino a provocarne la morte. Era stata ritrovata ormai esanime dal figlio Marcello, arrivato in casa nella tarda serata di quel tragico 18 marzo quando ormai il delitto era stato compiuto. La donna era a pancia in giù sul letto, le mani e i piedi legati con del nastro da pacchi.
La giustizia
I figli di Maria, Marcello e Pierluigi Balestrini, si sono costituiti come parti civili insieme al nipote Juri. «La Cassazione - ha detto fra l’altro Giostra - ha confermato le pene nonostante un’eccezione di una prova chiesta in Appello e non ammessa, che poteva portare all’annullamento con rinvio della sentenza».