Resta vivo, a 15 anni dalla prematura scomparsa, il ricordo di Matteo Biancucci. Vivo come gli organi che con la sua morte sono stati donati, salvando altre persone. Una mattinata intensa ed emozionante, quella vissuta sabato al Teatro dell’Aquila, con la presentazione del premio che porta il nome dello sfortunato ragazzo. Il riconoscimento tornerà con l’anno scolastico 2024/25. L’incontro è stato occasione per riflettere, con associazioni di volontariato ed autorità, Aido, Azienda sanitaria territoriale, Rotary club della provincia di Fermo, sul valore del dono e il senso della vita. Tra i momenti più significativi, l’intervento di Alberto Biancucci, fratello di Matteo. «La sua perdita è stata terribile, ci siamo sentiti persi in famiglia. Poi però abbiamo ripensato alle testimonianze ascoltate sulla donazione degli organi e fare questa scelta, che avrebbe restituito la vita ad altre persone, sarebbe stata la cosa giusta da fare, ci ha fatto sentire meno soli». Giulio Cola, beneficiario 6 anni fa di un trapianto di fegato, ha espresso invece la profonda gratitudine per aver avuto la possibilità di rinascere.
«Grazie ai nostri allievi e allieve che, come sempre, si dedicano con passione ad ogni evento, dando dimostrazione di grande professionalità e competenza - ha sottolineato il direttore e Maestro Piero Di Egidio - quella appena trascorsa è stata una settimana molto intensa dal punto di vista musicale con una programmazione di concerti articolata e complessa». Il premio Biancucci animerà il prossimo anno scolastico ed interesserà gli studenti delle quarte superiori degli istituti del Fermano. I ragazzi saranno invitati a produrre un elaborato di qualunque tipo (scritto, audiovisivo, grafico) incentrato sul dono.