Diffamazione, Massimo Rossi assolto in Cassazione: «Finalmente la verità dopo oltre 7 anni»

Diffamazione, Rossi assolto in Cassazione: «Finalmente la verità dopo oltre 7 anni»
Diffamazione, Rossi assolto in Cassazione: «Finalmente la verità dopo oltre 7 anni»
di Domenico Ciarrocchi
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Sabato 13 Gennaio 2024, 04:20 - Ultimo aggiornamento: 11:40

FERMO Un’attesa lunga oltre 7 anni, ma alla fine l’ex consigliere comunale Massimo Rossi si è visto annullare dalla Cassazione la condanna per diffamazione legata ai suoi commenti dopo l’omicidio di Emmanuel Chidi Mambdi, il nigeriano ucciso in centro.

L’iter

La Cassazione ha cancellato le due condanne prima ad Ascoli e poi ad Ancona e riconosciuto che come esponente politico istituzionale avesse il diritto di commentare una versione dell’omicidio razzista del giovane, avvenuto il 5 luglio del 2016. «Una versione - commenta - resa pubblica da una testimone secondo la quale l’omicida aveva agito per difendersi e contro la quale avevo ritenuto di dover prendere le distanze proprio per impedire che fosse strumentalizzata per scopi ideologici, come in effetti stava purtroppo accadendo.

Dunque, la V sezione ha sancito che non fossi un diffamatore ma che avessi solo legittimamente espresso il mio diritto di critica politica nell'ambito della personale libertà di espressione del pensiero e annullato la precedente condanna e il risarcimento.

Finalmente è stato riconosciuto ciò che ho sempre affermato, ovvero che nella mia presa di posizione pubblica non vi fosse alcun intento diffamatorio nei confronti della testimone querelante, ed oggi, oltre al mio tanto auspicato riscatto morale, dovranno finalmente cessare le strumentalizzazioni che sono state fatte di questa tristissima storia, prima ai danni del povero ragazzo ucciso e poi del sottoscritto. Posso dire che è terminata la manipolazione politica che alcuni hanno strumentalmente operato di quella tragedia. Questa sofferta ma vittoriosa “resistenza democratica” è stata combattuta non tanto per me ma soprattutto in difesa del diritto di opinione e della libertà di espressione. E se questa lunga resistenza è stata possibile il merito principale va all’avvocata Cristina Perozzi che, credendo nella mia difesa sin dai primi momenti, mi è stata accanto con determinazione irremovibile e competenza».

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