Cappelli e prodotti tipici, imprese in vetrina: «La vostra forza è qui, servono più sostegni»

Cappelli e prodotti tipici, imprese in vetrina: «La vostra forza è qui, servono più sostegni»
Cappelli e prodotti tipici, imprese in vetrina: «La vostra forza è qui, servono più sostegni»
di Domenico Ciarrocchi
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Sabato 16 Marzo 2024, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 12:20

FERMO «Riparto da Fermo estasiato e stupefatto da quanto ho visto, ho scoperto una perla che non conoscevo ancora. E’ proprio vero che i marchigiani sono la cartina tornasole del nostro Paese, qui non si perde tempo, si lavora, si realizza l’eccellenza, si va avanti a testa bassa». A dirlo è Dario Costantini, presidente nazionale della Cna, che nei giorni scorsi è stato in zona in occasione di Tipicità.

Gli elogi

Prima tappa è stato il distretto del cappello: al Museo del Cappello di Montappone ha trovato ad attenderlo, oltre alla delegazione della Cna di Fermo con il presidente Emiliano Tomassini e il direttore Andrea Caranfa, il sindaco Mauro Ferranti, il vice Mario Clementi e alcuni imprenditori del distretto, tra cui Attilio Sorbatti.

E proprio da Sorbatti ha visto da vicino il mondo del cappello e conosciuto la storia centenaria dell’azienda di Attilio e Marco: «Abbiamo raccontato al presidente Costantini le vicende dello storico stabilimento di famiglia lesionato dal sisma del 2016 – riferiscono Tomassini e Caranfa – oggi in via di ristrutturazione, e come i fratelli Sorbatti abbiano poi investito nell’ampliamento del capannone di Monte Vidon Corrado, prossimo ad ospitare tutta la produzione. Una storia esemplare».

La visita è poi proseguita a Fermo, al Palazzo dei Priori, con la visita guidata alla Pinacoteca, alla sala del mappamondo e alla mostra di Antonio Ligabue e Giuseppe Pende. Costantini è intervenuto anche al Tipicità Festival di Fermo nell’ambito del talk organizzato da Cna Marche dal titolo “Cibo, flussi e distribuzione - Nuove geografie”, insieme al presidente regionale Paolo Silenzi. Al centro dell’incontro temi quali la filiera alimentare, la distribuzione, i processi di acquisto e consumo, le prospettive del settore agroalimentare tra transizione ecologica e normative europee. La Grande distribuzione organizzata vende il 70% dei prodotti sul mercato ed è nei suoi oltre 20mila punti vendita sul territorio italiano che si verifica l’80% dei consumi:

«La Gdo ad oggi è il principale partner di filiera per le produzioni italiane, tuttavia il rischio è che il consumatore finale acquisti un prodotto senza conoscerne la storia. L’azione di Cna è far dialogare questi due aspetti apparentemente in contrasto, lavorando per coniugare le due anime che oggi caratterizzano tanta parte del mercato dell’agroalimentare italiano».

I numeri

«Alcuni dati significativi: il 99,38% delle Dop italiane è prodotto da piccole e medie imprese, mentre il 98% delle Igp sono realizzate addirittura da micro e piccole imprese – ha ricordato Costantini –: questo testimonia l’estrema necessità che questo Paese aiuti le pmi a far conoscere e vendere i propri prodotti. A livello europeo, la Cna sta mettendo in campo azioni per sostenere un’armonizzazione delle norme che possano determinare acquisti consapevoli e non ingannevoli».

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