I calzaturieri all’Expo Riva Schuh: «Ma occhio al taglio degli acquisti»

I calzaturieri all’Expo Riva Schuh: «Ma occhio al taglio degli acquisti»
I calzaturieri all’Expo Riva Schuh: «Ma occhio al taglio degli acquisti»
di Massimiliano Viti
3 Minuti di Lettura
Lunedì 15 Gennaio 2024, 04:20 - Ultimo aggiornamento: 12:16

FERMO Oggi penultimo giorno di Expo Riva Schuh, la fiera della scarpa di volume in corso a Riva del Garda. Sono dieci gli espositori fermani presenti. Tra i visitatori di ieri anche Valentino Fenni, presidente dei calzaturieri di Confindustria Fermo, e il presidente di Camera Marche Gino Sabbatini. Tra le aziende presenti anche Exm e Vsm. Exm è stata fondata nel 2007 da ex dipendenti Melania. L'azienda con sede a Fermo distribuisce calzature da bambino di produzione cinese con il marchio Peperoncino.

I timori

«La situazione dei trasporti ci preoccupa.

Dalla Cina sono cresciuti i costi e i tempi di arrivo. Tra poco ci sarà il Capodanno cinese e le produzioni (e le spedizioni) si bloccheranno. Vie di uscita? Durante la pandemia abbiamo trasferito parte della produzione in Turchia. Ora stiamo temporeggiando», affermano Desiderio Marini e Sara Marcatili. La scelta di andare a produrre in Cina è motivata dai minori costi.

«Inizialmente è stato complicato. Abbiamo fatto dei test prima di individuare il producer giusto. Da quegli anni ad oggi la produzione è migliorata. Si è raffinata, nei materiali, nei dettagli, negli accessori», dicono ancora. Secondo i due imprenditori fermani il clima mite favorisce l'utilizzo continuativo delle sneaker. Il mercato del ragazzo è dominato dai giganti dello sport mentre quello da ragazza offre qualche spazio in più. «Le mamme cambiano le scarpe solo quando quelle che indossano i loro figli sono distrutte», precisano i due imprenditori, che giudicano altalenante l'andamento di Expo Riva Schuh. «È cambiato il senso delle fiere in quanto offrono una minore possibilità di agganciare nuovi clienti. Per la grande distribuzione siamo a fine periodo degli acquisti», sottolineano i titolari di Exm.

L’anno

Nel 1991 Lino Mattiozzi del calzaturificio Vsm di Sant'Elpidio a Mare ha invece deciso di interrompere la produzione propria. E l'ha divisa: una parte l'ha affidata a terzisti italiani e un'altra parte (oggi equivalente al 60%) l'ha delocalizzata in Turchia. La sua azienda ha dovuto affrontare una serie di fattori esogeni. Prima la pandemia, poi la guerra che gli ha portato via i mercati della Russia e dell'Ucraina. Insieme rappresentavano una fetta considerevole per l'export. E ora la svalutazione della moneta turca ha fatto lievitare i costi produttivi.

Il commento

«Il 2023 è stato un anno in cui abbiamo continuato la ripresa post Covid. Nel 2024 pensavamo di raggiungere i livelli pre Covid ma i dati che registriamo non vanno in questa direzione. Vediamo una riduzione degli acquisti», conferma Mattiozzi. L'imprenditore attribuisce parte di questo calo al dominio delle sneaker sportive: «Si vendono bene quelle che hanno un prezzo massimo di 100 euro. E comunque tolgono spazio alle scarpe formali».

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