AMANDOLA - L’illuminazione di lusso e di pregio, riconosciuta ormai in tutto il mondo come simbolo di raffinatezza e bellezza, nasce ai piedi dei Sibillini. E’ qui che nel 2015 sboccia Tooy, nuovo brand premium di altissima artigianalità, come ramo aziendale di Gibas, impresa storica che da 60 anni opera nel settore dell’illuminazione, fondata da Basilio Giacomozzi e sua moglie Giuseppina, poi continuata con i figli Giulio e Paolo.
E’ la terza generazione con la giovane Valeria Giacomozzi e suo marito Valerio Tidei, rispettivamente brand-marketing manager e direttore generale, alla guida di Tooy, che la tradizione di prestigio si sposa con la modernità, il design, l’innovazione tecnologica, senza rinnegare l’autenticità delle origini di sapiente ed elegante artigianalità. Fulminea l’ascesa tra i leader internazionali di settore. Collaborazioni con i più noti designer come Studiopepe e Federica Biasi di Milano, architetti, progettisti, retailer e contractor sparsi in tutto il mondo, hanno aumentato notorietà e ricercatezza del prodotto Tooy. Basi a Milano e in varie nazioni.
Oggi i sistemi d’illuminazione nati nella fabbrica del gruppo amandolese, che conta 27 dipendenti, danno luce, eleganza, atmosfera, a tanti luoghi prestigiosi, con esportazioni in Europa, Usa, Australia, Nuova Zelanda. Sono, ad esempio, a casa Ferragni-Fedez, nelle sedi di Google ed Hermès di Parigi, nelle sale vip lounge dello stadio del Tottenham in Inghilterra, nell’Hard Rock Cafè di Budapest, in hotel 5 stelle come il Poltu Quatu in Sardegna e il Principe di Piemonte a Torino.
Difficoltà e vantaggi di operare in un luogo di provincia e vicino alle montagne. «La produzione interna è un plus, per questo vogliamo salvaguardarla e continuare così - dice Valeria Giacomozzi –: è poi un valore aggiunto la localizzazione in questo territorio bellissimo. Quando vengono qui gli operatori di settore rimangono meravigliati da questi luoghi, come pure dalla storia e dall’alta qualità che c’è nelle lavorazioni».
Ma le difficoltà ci sono. «In primis i collegamenti viari con le grandi arterie – rimarca Valerio Tidei - per le spedizioni, gli spostamenti, per far arrivare le persone dall’estero, andarle a prendere all’aeroporto, appoggiarle su un hotel. Dipendenti che vengono da fuori perché non sono reperibili in loco, con maggiori costi per l’azienda e per loro che si deve spostare. Comunque l’intenzione è di rimanere qui. Stiamo lavorando molto alla digitalizzazione dell’azienda, per diminuire l’impatto del posizionamento geografico».