Anche nell’ultima classifica de Il Sole 24 ore, Valeria Mancinelli ha conquistato un ottimo ottavo posto tra i sindaci italiani che hanno riscosso maggior consenso civico. Rischia però di perdersi in un bicchiere d’acqua, opponendosi all’istituzione dell’Area marina protetta (AMP) prevista tra il Passetto e la Vela al Conero. Al netto di alcuni interessi di bottega locali, a livello nazionale istituzioni e associazioni caldeggiano l’AMP. Da ultima Greenpeace ha investito la sua immagine per preservare questo splendida striscia di costa e di mare, appoggiando le varie associazioni regionali e locali che reclamano l’AMP, ora anche per via referendaria. Perché tanta insistenza per questa protezione per questa costiera marina? L’ovvia risposta è che questo gioiello, preso sempre più d’assalto dal turismo locale e nazionale, necessita di un minimo di protezione e di regolazione se non vuol scadere a mera bigiotteria: a esempio, protetto da quegli intrepidi naviganti che ogni fine settimana percorrono il braccio di mare tra il porto turistico anconetano e la baia di Portonovo e, ogni volta, a centinaia gettano a fondo le loro ancore. Ci sono poi i temerari subacquei alla ricerca di irrinunciabili piccole prede. In breve, ci sono piccoli mondi antichi impigliati in un telaio di pregiudizi e convinzioni errate, i quali non accettano limitazioni pur di raschiare il fondo di questo “ben di Dio”. E’ proprio questo che si vuole evitare con l’AMP, che prevede una zona B e una C, cioè due zone a bassa-media protezione per salvaguardare la biodiversità marina del Conero. Con l’AMP potremo ancora pescare i moscioli e frequentare da terra tutto questo tratto di costa. Il divieto di pesca sarà compensato da un mare più pescoso appena fuori dall’AMP. Tutti noi “locali” ci sentiremmo inorgogliti dalla cura di un bene comune: finalmente, realizzeremmo quel pensiero semplice che il Conero non è qui per noi, ma siamo noi che siamo qui per prenderci cura di lui. Il rifiuto dell’AMP è contro la geometria del buon senso e delle potenzialità di sviluppo visto che l’AMP, secondo Mauro Gallegati, farà affluire almeno 400 milioni di investimenti nei prossimi anni. Tutto depone a favore di una regolamentazione almeno minima per salvaguardare un bene comune in rapido deterioramento. Difficile diventa comprendere l’orientamento contrario, soprattutto della sindaca che, peraltro, fin dalla sua prima elezione, aveva manifestato il suo assenso all’area marina protetta. Perché dunque questa retromarcia che tende a rallentare le procedure e a procrastinare i tempi di svolgimento di un referendum per sondare gli umori della città? In parte può essere spiegata dagli interessi di piccolo cabotaggio che abbiamo citato e che guardano cinicamente al bene comune solo in funzione di un proprio vantaggio individuale.
*Sociology of entrepreneurship Univpm
© RIPRODUZIONE RISERVATA