Statali, 70mila assunzioni fra scuola, Agenzia delle Entrate e ministeri: il governo accelera sui concorsi

Zangrillo: ora piace il lavoro pubblico, pronti a reclutare giovani entro dicembre

Statali, 70mila assunzioni fra scuola, Agenzia delle Entrate e ministeri: il governo accelera sui concorsi
Statali, 70mila assunzioni fra scuola, Agenzia delle Entrate e ministeri: il governo accelera sui concorsi
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Martedì 5 Settembre 2023, 10:13

Le quasi 190 mila candidature arrivate all’Agenzia delle Entrate per i 4.500 posti da funzionario messi a bando questa estate hanno riportato, come si suol dire, la chiesa al centro del villaggio. Tradotto: il lavoro pubblico pare aver riconquistato il suo fascino dopo i concorsi flop degli ultimi mesi. Nella Pa sono previste, per via diretta o per concorso, quasi 70 mila assunzioni da qui alla fine dell’anno. Di queste, circa una su due riguarda il comparto scuola. Come ricordato dal ministro della Funzione pubblica, Paolo Zangrillo, in una recente intervista al Messaggero, «a giugno risultavano consuntivate nella Pubblica amministrazione 104 mila assunzioni delle 173 mila che rappresentano l’obiettivo del 2023». Nel complesso le assunzioni nelle pubbliche amministrazioni (ministeri, Comuni, Regioni) supereranno quest’anno la soglia delle 34 mila unità, assorbendo così il 20 per cento del totale delle assunzioni previste nel 2023. 

Le assunzioni preventivate nel comparto Sicurezza per il 2023 ammontano invece a 28.484. Nella scuola l’asticella sale a 104.432 unità, di cui sarebbero ancora circa un terzo quelle da completare. Le lezioni, però, iniziano la prossima settimana. Ma una cosa sono i posti messi in palio e un’altra è l’effettiva domanda di lavoro (pubblico). Nei mesi passati ci sono stati diversi casi di concorsi con poco appeal, che hanno riscosso un numero di domande inferiore alle attese o che hanno visto i vincitori farsi da parte e rinunciare al posto conquistato per via delle basse retribuzioni o a causa della tipologia dei contratti offerti (a tempo determinato). A far ben sperare, ora, è il boom di candidati per il concorso da trecento posti nell’area funzionari del ministero degli Esteri: sono quasi 30mila, il numero più alto di sempre, quelli che si sono fatti avanti. Le richieste di partecipazione al concorso da 4.500 posti dell’Agenzia delle Entrate sono state invece circa 190 mila (e la maggior parte proviene da under 30). Nei prossimi mesi arriveranno altri concorsi ancora: fari puntati, per esempio, sul ministero della Giustizia guidato da Carlo Nordio. Il dicastero di via Arenula è chiamato a bandire concorsi per coprire 18 mila posti di lavoro. Il ministero della Cultura si accinge ad assumere 6.300 dipendenti da qui al 2024.

Anche l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha bisogno di personale: a breve verranno messi a disposizione in tutto 1.128 posti per diplomati e laureati. Ma qual è il profilo degli attuali “concorsisti”, ovvero di quelli che cercano un lavoro nel pubblico impiego?

L’INTERROGATIVO
Per rispondere a questa domanda vale la pena dare uno sguardo al report che fotografa i candidati ai prossimi concorsi dell’Agenzia delle Entrate, tesi ad arruolare 3.970 funzionari tributari e 530 esperti di servizi di pubblicità immobiliare. Più della metà sono donne (il 63%) e uno su quattro lavora già per lo Stato. Ma il dato più interessante è quello relativo all’età dei candidati. Infatti, il 23% delle candidature proviene in questo caso da under 30, mentre il 38% da persone con un’età compresa tra i 30 e i 40 anni. Il problema è che l’Italia continua ad avere un numero totale di impiegati pubblici nettamente inferiore a quello dei principali Paesi europei, sia in proporzione alla popolazione (5,5 impiegati pubblici ogni 100 abitanti, mentre sono 6,1 in Germania, 8,1 nel Regno Unito, 8,3 in Francia), sia in proporzione agli occupati (14 impiegati pubblici ogni 100 occupati contro i 16,9 del Regno Unito, i 17,2 della Spagna e i 19,2 registrati in Francia). Poi c’è il problema dell’età avanzata. Da noi gli statali hanno in media più di 50 anni.

L’INTERVENTO
Al festival di Cernobbio il ministro Zangrillo ha ribadito che «la modernizzazione della Pubblica amministrazione è un passaggio importante perché rappresenta la condizione abilitante per la realizzazione di tutte le altre riforme e di tutti gli investimenti, anche di quelli del Piano nazionale di ripresa e resilienza». La Pubblica amministrazione, con circa 3,2 milioni di dipendenti, è la più grande “azienda” del Paese, ha ricordato il numero uno di Palazzo Vidoni rivolgendosi al pubblico di Villa d’Este. «Per ringiovanirla – ha detto il ministro – stiamo puntando a introdurre strumenti già in uso da molto tempo nelle organizzazioni private, come l’apprendistato per i giovani laureati e il contratto di formazione per gli studenti sotto i 24 anni». 

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