Jobs Act, da oggi in vigore il contratto
a tutele crescenti: ecco cosa cambia

Un giovane in cerca di lavoro
Un giovane in cerca di lavoro
3 Minuti di Lettura
Sabato 7 Marzo 2015, 10:48 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 12:35
ROMA - Via da oggi alla rivoluzione nel mondo del lavoro dettata dai primi due decreti del Jobs act.



TUTELE CRESCENTI I primi due decreti attuativi del Jobs act sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale e da oggi entrano in vigore. In particolare si potrà iniziare ad assumere con il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti.



SUSSIDIO DI DISOCCPUAZIONE La pubblicazione dà il via libera anche al riordino della normativa sugli ammortizzatori sociali con l'applicazione del nuovo sussidio di disoccupazione (Naspi) che entrerà in funzione da maggio. La tutela si estende quest'anno anche ai collaboratori.



ADDIO ART.18, INDENNIZZO PER I LICENZIAMENTI Le tutele crescenti prevedono la possibilità per le imprese di quantificare costi certi e commisurati all'anzianità lavorativa nel caso di licenziamenti illegittimi.



La reintegrazione per i dipendenti del settore privato assunti dopo l'entrata in vigore della disciplina attuativa del Jobs Act è limitata ai licenziamenti discriminatori e ai casi in cui davanti al giudice è provata l'inesistenza della violazione disciplinare che viene contestata.



Il giorno del Jobs Act è arrivato. Via alla riforma del lavoro sul contratto a tutele crescenti e sul superamento dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Dopo l'approvazione della delega da parte del Parlamento e i primi decreti attuativi di dicembre, prende dunque forma il cambiamento del mercato del lavoro italiano.



"Noi rottamiamo un certo modello di diritto del lavoro e l'art. 18, i cococo ed i cocopro". Lo ha detto il premier Matteo Renzi nella conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri che ha varato i decreti attuativi della riforma del lavoro. «Una generazione vede finalmente riconosciuto il proprio diritto ad avere tutele maggiori. Parole come mutuo, ferie, buonuscita, diritti entrano nel vocabolario di una generazione fino ad ora esclusa», ha aggiunto il premier. «Con il via libera definitivo ai primi due decreti del Jobs act su tutele crescenti e sul Naspi, quello che accadrà da ora che nessuno resta più solo quando perde il lavoro o viene licenziato», ha sottolineato ancora il premier.



Circa 200.000 persone passeranno presto da contratti di collaborazione a un contratto di lavoro stabile, ha assicurato Renzi. Il Governo ha «tolto gli alibi» a chi dice che assumere in Italia non è conveniente, ha detto ancora il premier. «Abbiamo ridotto le tasse - ha detto - e tolto incertezze. Il lavoro presenta pio flessibiltà in entrata e più tutele in uscita. Chi è licenziato ha un sostegno più forte da parte dello Stato e gli imprenditori saranno messi in condizione di assumere con più libertà», ha poi detto Renzi.



Renzi: «Oggi è il giorno atteso da anni. Il Jobs act rottama i co.co.co e i co.co.pro vari e scrosta le rendite di posizione dei soliti noti. #lavoltabuona», aveva scritto su Twitter. Il governo poi ha resistito alle pressioni per rimuovere dal decreto attuativo del Jobs act la norma sui licenziamenti collettivi. E nel pacchetto lavoro entra anche il demansionamento: il decreto prevede la possibilità di demansionare il lavoratore e include nelle regole sui licenziamenti anche i licenziamenti collettivi. L'abolizione dei contratti a progetto e dell'associazione in partecipazione e la rimodulazione delle altre tipologie contrattuali dovrebbero andare in vigore dal 2016.



Per quest'anno - si apprende - sarà ancora possibile stipulare questi contratti mentre anche dopo il 2016 sarà possibile stipulare co.co.pro con accordi sindacali.
© RIPRODUZIONE RISERVATA