ANCONA - Neanche il miglior Ponzio Pilato. Di fronte all’ennesima interrogazione delle opposizioni sull’ormai famoso contratto di marketing e promozione tra Atim e Aeroitalia (compagnia aerea che opera i voli di continuità per Roma, Milano e Napoli) l’assessore ai Trasporti Goffredo Brandoni ha fatto spallucce, lasciando il cerino in mano al direttore generale dell’Agenzia regionale per il turismo Marco Bruschini. «La giunta regionale non era al corrente del pieno contenuto del contratto di servizi e di marketing sottoscritto il 31 luglio 2023 tra Atim e Aeroitalia», ha detto ieri il titolare della delega in Consiglio regionale, rispondendo al lungo elenco di domande poste da Pd e M5S. Il contratto in questione è quello da 750mila euro su cui si è scatenata l’ira funesta dell’amministratore delegato di Aeroitalia Gaetano Intrieri, che ne ha lamentato il mancato rispetto da parte di Atim poiché non fu pagata la prima fattura da 250mila. Su questo punto, ieri in aula Brandoni ha ribadito come la decisione dell’Agenzia di rifiutare la fattura fosse legata alla sua emissione «in violazione degli accordi intervenuti in mancanza del rilascio della polizza fideiussoria».
La frase galeotta
Ma è sulla posizione defilata della Regione rispetto alle decisioni prese da Atim che si è scatenato il fuoco di fila delle minoranze.
Il fuoco di fila
Un cortocircuito evidenziato dalle opposizioni, con il consigliere dem Romano Carancini che ha parlato di «una cosa di una gravità inaudita. Bruschini, nominato dal presidente Acquaroli, sostanzialmente firma un contratto per 750mila euro senza che la giunta sia informata e senza avere la preventiva copertura procedurale e finanziaria». La pilatesca risposta di Brandoni ha innescato anche l’aspra critica della capogruppo M5S Marta Ruggeri: «Acquaroli ha le deleghe all'aeroporto e al turismo. Lavarsi le mani scaricando tutto sul direttore di Atim vuol dire solo una cosa: che ne chiederete la testa oppure avrà Bruschini la dignità di dimettersi». La storia infinita.