Indipendenza del Veneto, 24 arresti
e 27 indagati in tutta Italia

Il tanko usato nel '97 e quello sequestrato ora dai carabinieri
Il tanko usato nel '97 e quello sequestrato ora dai carabinieri
di Giorgio Scura (nostro inviato)
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Mercoledì 2 Aprile 2014, 17:11 - Ultimo aggiornamento: 17:20
BRESCIA - Una maxi retata contro un gruppo organizzato di indipendentisti scattata questa notte da parte dei carabinieri del Ros. Nel mirino un movimento secessionista - vicino agli ex Serenissimi - accusato di aver messo in atto «varie iniziative, anche violente», per ottenere l'indipendenza del Veneto, e non solo: pare volessero agire anche in altre Regioni e ovviamente in Lombardia.



Sono 24 gli arresti - 16 dei quali in Veneto che è il cuore dell'indagine - da parte dei militari dell'Arma su ordine della magistratura di Brescia. Tra gli arrestati anche il veneziano Franco Rocchetta, 67 anni, ex deputato e fondatore della Liga Veneta, tra i promotori del referendum on line per l'indipendenza del Veneto, il leader dei "Forconi veneti" Lucio Chiavegato e due ex Serenissimi che già avevano assaltato il campanile di San Marco nel maggio del '97: si tratta di Flavio Contin e Luigi Faccia.



Nelle ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip di Brescia su richiesta della procura, sono contestati i reati di associazione con finalità di terrorismo ed eversione dell'ordine democratico e fabbricazione e detenzione di armi da guerra: in un capannone a Casale di Scodosia (Padova) è stato sequestrato un nuovo tanko in grado di sparare perfettamente.



La competenza è a Brescia in quanto nel bresciano si sarebbe costituito il gruppo e si sarebbero tenute le riunioni. Le indagini sono cominciate circa tre anni fa. Il carro armato che è stato posto sotto sequestro era perfettamente funzionante, tanto che erano state eseguite anche delle prove di fuoco.




Era prevista la costituzione di un Governo Serenissimo per trattare con Stato italiano la secessione del Veneto - spiega il procuratore capo -: la sigla era Veneto Libero in associazione con un movimento di liberazione sardo "Disubbidientzia". Prevedevano di cavalcare la crisi per far rivoltare le popolazioni veneta e c'erano contatti in corso per la creazione di ambasciate nei paesi amici come Svizzera e Serbia.



Le riunioni avvenivano in ristoranti e case degli indagati, dove si parlava della storia del Veneto.

Sequestrato un conto corrente per le donazioni: per conseguire l'indipendenza del Veneto e di altre regioni italiane, l'Alleanza - l'organizzazione sgominata dal Ros - «ha svolto anche una diffusa attività di autofinanziamento, che ha consentito di raccogliere finora - dicono gli investigatori - non meno di centomila euro, grazie a singole elargizioni e l'apertura, presso la Cassa Padana, di un conto dedicato alla raccolta dei fondi».



Il Tanko che stavano trasformando in carro armato era una pala meccanica della Fiat blindata e munita di una bocca di fuoco, provata a salve, sequestrata oggi. L'idea era di portare a San Marco centinaia di persone e c'erano contatti con mala albanese per il reperimento di armi leggere.







Il mezzo cingolato del '92 non era in grado di essere riutilizzato, stavolta invece era armato e riutilizzabile.

Speravano anche nella collaborazione di alcuni poliziotti in maniera velleitaria, come del resto un po' tutto il progetto. Erano pericolosi sia per l'incolumità fisica delle persone sia per la tenuta democratica dello Stato: avevano programmato attentati anche a Equitalia e a tralicci sulla scorta dell'esperienza altoatesina. La loro preoccupazione non era tanto di fare un attentato, ma solo di poter essere individuati e quindi compromettere il progetto del gruppo.



Tra gli arrestati ci sono anche due ex 'Serenissimi' che assaltarono il campanile di San Marco nella notte

tra l'8 e 9 maggio 1997: sono Luigi Faccia e di Flavio Contin. In manette anche il leader dei Forconi veneti Lucio Chiavegato.




La competenza è di Brescia perché a Brescia viene costituita "Brescia patria" che poi tiene i contatti con ex Serenissimi. L'alleanza viene siglata a Erbusco (Brescia) in un ristorante. Non c'era data precisa nè periodo per assalto a San Marco, forse durante le elezioni europee. Stavano ultimando i lavori sul cannoncino che doveva essere montato.



UNO SOLO DEGLI INDAGATI AVEVA PARTECIPATO al referendum, Franco Rocchetta, ma non ci sono altri elementi di collegamento con il referendum. Il tanko è l'elemento centrale come conferma il contenuto di telefonate intercettate. A livello probatorio c'è più roba che il primo assalto, all'epoca si intervenne ex post, mentre ora sono stati monitorati da molto tempo, sono stati pedinati.



Per ora nessun legame con la Lega Nord, nè con altri partiti: potevano contare su ampia disponibilità spontanea dalla gente. Il mezzo sequestrato pesa 40 tonnellate: ma non è un carico eccezionale quindi poteva essere telonato e trasportato con una chiatta fino a San Marco: secondo gli inquirenti era in grado di sventrare edifici.



Serviva manodopera specializzata per finire il tanko, ognuno aveva una scheda che conteneva informazioni sull'oggetto. Inoltre c'era un modulo in cui si schedava il partecipante all'organizzazione, che doveva fornire una copertura ricattatoria nei confronti di tutti i partecipanti, per tutelarsi da eventuali defezioni.



Per l'autofinanziamento c'erano anche contatti con personaggi di altri Stati, le armi sequestratate erano legalmente detenute. Non sono emersi collegamenti neanche con eventi pubblici o addirittura con il consiglio veneto nato dal referendum.



Gli indagati e arrestati pensavano di essere al sicuro grazie alla crisi e al periodo difficile che l'Italia sta vivendo, ma le indagini sono cominciate molto tempo prima di forconi e referendum on line, perchè per la procura c'era un'esigenza effettiva di tutelare dell'incolumità pubblica. In totale sono state sequestrate 3 pistole a 14 fucili.