Riforme, seduta no stop fino a voto finale
Governo battuto su emendamento Sel

Riforme, seduta no stop fino a voto finale Governo battuto su emendamento Sel
3 Minuti di Lettura
Giovedì 7 Agosto 2014, 09:50 - Ultimo aggiornamento: 8 Agosto, 18:35
ROMA - Seduta no stop dell'Aula del Senato fino al voto finale sul ddl riforme.



È quanto deciso dalla conferenza dei capigruppo riunitasi questa notte a palazzo Madama al termine dei lavori dell'assemblea sul testo Boschi.



Stato-Regioni, si cambia Nella tarda serata di ieri il Senato ha approvato l'art. 30 del ddl che modifica il Titolo V della Costituzione. Scompare la legislazione concorrente tra Stato e Regioni e sono ampliate le competenze esclusivamente statali. Lo Stato potrà esercitare una «clausola di supremazia» verso le Regioni a tutela dell'unità della Repubblica e dell'interesse nazionale. L'approvazione giunge con 176 voti favorevoli, 33 contrari e 18 astenuti.



Minoranze linguistiche Pesa l'ok dato dall'Aula con voto segreto a un emendamento Sel, votato a scrutinio segreto, che tra le competenze legislative delle Regioni inserisce quella sulla «rappresentanza in parlamento delle minoranze linguistiche». Emendamento che, ha osservato la relatrice Anna Finocchiaro, «non ha portata normativa e, se l'avesse, sarebbe sovversiva» e che, quindi, potrebbe perciò essere cancellato nel passaggio alla Camera.



Governo battuto A scrutinio segreto l'esecutivo è andato sotto per 5 voti e il sospetto che i franchi tiratori continuino a stazionare nella maggioranza torna a farsi prepotentemente avanti. Tanto che Giorgio Tonini, vice capogruppo Pd al Senato, sottolinea come il peso concreto dell'emendamento sia marginale. Ma non lo è quello politico.



Poteri esclusivi dello Stato L'art. 30 del ddl costituzionale che modifica l'art. 117 della Costituzione modifica l'attuale sistema di ripartizione delle competenze legislative tra Stato e Regioni. La novità più consistente è l'abolizione della legislazione concorrente e l'aumento delle competenze esclusive in capo allo Stato. Tra le nuove competenze statali compaiono ad esempio: il coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; le norme generali sul procedimento amministrativo e sulla disciplina giuridica del lavoro alle dipendenze delle P.a.; la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionali dell'energia; le infrastrutture strategiche e le grandi reti di trasporto e di navigazione d'interesse nazionale. E ancora, vengono riservate allo Stato «disposizioni generali e comuni» per la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro, ma anche su scuola, attività culturali, governo del territorio.



Le Regioni «Spetta alle Regioni - dispone inoltre il nuovo art. 117 della Costituzione - la potestà legislativa in riferimento ad ogni materia o funzione non espressamente riservata alla legislazione esclusiva dello Stato, con particolare riferimento alla pianificazione del territorio regionale e mobilità al suo interno, di dotazione infrastrutturale, di programmazione e organizzazione in ambito regionale dei servizi sanitari e sociali, di promozione dello sviluppo economico locale». E ancora, «in materia di servizi scolastici» e di disciplina, «per quanto di interesse regionale, delle attività culturali» e valorizzazione ambientale. «Nonché in ogni materia non espressamente riservata alla competenza esclusiva dello Stato».



La clausola di supremazia Inoltre, viene introdotta una «clausola di supremazia» per lo Stato: «Su proposta del Governo, la legge dello Stato può intervenire in materie o funzioni non riservate alla legislazione esclusiva quando lo richieda la tutela dell'unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell'interesse nazionale».



Referendum Dopo i rinvii ieri è arrivata l'apertura dei relatori su alcuni dei punti più delicati del testo. Sui referendum, Finocchiaro e Calderoli hanno presentato un emendamento per riportare le firme da 800mila a 500mila, relegando tuttavia l'abbassamento del quorum per l'approvazione - pari alla maggioranza dei votanti alle ultime elezioni - solo al primo caso. E trovando, per questo, il parere negativo di Sel, che ha già annunciato la presentazione di diversi subemendamenti. Con un altro emendamento, i relatori hanno invece introdotto la possibilità di referendum propositivi e d'indirizzo ed hanno abbassato da 250mila a 150mila le firme necessarie per le leggi d'iniziativa popolare.



Cnel e Province L'esclusione del potere di dare la fiducia al Governo per il futuro Senato, la soppressione del Cnel e l'abolizione delle Province dalla Carta sono gli altri punti incassati nell'iter del Ddl.




Leggi Corriere Adriatico per tre mesi a soli 9.99€ - Clicca qui per la PROMO

© RIPRODUZIONE RISERVATA