Bossi striglia la Lega: non fatevi illusioni
liste per le prossime elezioni le faccio io

Canton e Bossi (foto Enzo Laiacona - Ansa)
Canton e Bossi (foto Enzo Laiacona - Ansa)
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Martedì 11 Ottobre 2011, 10:32 - Ultimo aggiornamento: 11 Novembre, 00:11
ROMA - Per Bossi ci sono milioni di persone con le armi pronte a lottare per la Padania? Io sono uno di quelli. Lo ha detto Maurilio Canton, neo segretario provinciale della Lega a Varese, oggi a Radio 24, nominato da Umberto Bossi senza voto e subito contestato dalla base del Carroccio.



«Per Bossi sono disposto a fare qualunque cosa - ha aggiunto -. Sono un militante, tutti i militanti giurano quando sottoscrivono un documento, l'art. 1 dello Statuto della Lega. Ci mancherebbe altro non fosse così. L'art. 1 è quello per l'indipendenza della Padania. Si ottiene anche combattendo? Siamo militanti, funziona così, io non mi tiro indietro. Ma precisiamo: non siamo un partito di terroristi e guerrafondai, ma di pacifici militanti che quando manifestano, anche a Roma, non hanno mai spaccato una vetrina o incendiato una macchina o fatto un incidente con la Polizia. Altre manifestazioni fatte da famosi democratici incidentalmente finiscono con incidenti con le forze dell'ordine».



Canton ha poi parlato della sua elezione domenica scorsa che ha scatenato il malumore della base del partito: «Io sono stato eletto per acclamazione perchè ero il candidato unico, gli altri si sono ritirati, se sotto il diktat di Bossi lo chieda a loro. Elezione sovietica? Al limite elezione padana, non siamo pratici dell'est del mondo». Canton ha poi liquidato la questione dello striscione con la scritta 'Canton segretario di nessunò apparso dopo la sua elezione: «C'è adrenalina che va sfogata, che ci sia un sommovimento e brillantezza del movimento mi va bene. La Lega non è spaccata, assolutamente. È spaccata solo nella testa di qualche capetto». «Bossi - ha concluso - è il segretario della Lega nord e come tutti i militanti della Lega sono un bossiano di ferro - ha concluso il segretario varesino -. Ma non esistono i maroniani, la Lega dovrebbe essere composta da militanti bossiani. È il fondatore del movimento, colui il quale ha portato tutti quanti noi, compresi i partecipanti del congresso, a essere leghisti. Se non è lui la persona che può parlare in nome e per conto della Lega nord, non so chi altro possa essere».



«Quelli che hanno contestato erano di An ma sono stati respinti con perdite». Così Umberto Bossi risponde ai giornalisti sulle contestazioni subite a Varese. «Non mi sono sentito contestato», ha poi aggiunto il ministro leghista ai giornalisti che gli chiedevano se si era sentito contestato dalla base del Carroccio.



In serata c'è stata una lunga e concitata riunione presso la sala del gruppo della Lega Nord a Montecitorio, tutti in silenzio ad ascoltare Umberto Bossi. Il leader del Carroccio ha riunito tutti i deputati lumbard e ha affrontato la spinosa questione del congresso di Varese. «Stanno tentando di spaccare la Lega dall'interno ma non ci riusciranno. Ho capito che cosa sta accadendo e ho deciso di intervenire in prima persona». Con queste parole Bossi ha iniziato la riunione dei suoi.



Il senatur avrebbe rimproverato i parlamentari della Lega di «essersi prestati a questo gioco messo su anche dai giornali. Ci sono tante cose che non mi sono piaciute ma nessuno si faccia illusioni, anzi sia chiaro che le liste per le prossime elezioni le faccio io e terrò in considerazione quello che è accaduto in questi mesi». Il fondatore del Carroccio non avrebbe fatto alcun nome preciso ma avrebbe lamentato la «cattiva gestione» della Lega sul territorio, una situazione che lo ha spinto ad intervenire «non per salvare qualche persona ma per salvare la Lega. Siamo tutti sotto attacco ed è il momento di mostrarci uniti e non pensare alle proprie aspirazioni personali. Io comunque mi impegnerò personalmente affinchè tutto vada al meglio e la Lega sia salva».



«Chi parla di armi nella politica, anche per scherzare, non fa ridere, ma usa in maniera incosciente parole eversive e pericolose. Il signor Canton da Varese, adoratore di Bossi è in evidente bisogno di visibilità, del suo partito può fare e dire quello che vuole. Non può invece disinteressarsi della Costituzione e della presidenza della Repubblica. La legge e i suoi tutori non consentono parole come quelle da lui pronunciate oggi». Lo ha dichiarato Emanuele Fiano, presidente forum Sicurezza e deputato del Pd.



«Alla Lega è rimasta solo la provocazione e l'offesa: per un partito che pretende di essere governo del paese è un fallimento totale», ha affermato Ettore Rosato, deputato Pd, secondo il quale «i dirigenti della Lega sono ormai incapaci di bloccare la loro deriva populista: le aggressioni del neo segretario di Varese dimostrano che sono disperati, possono solo giocarsi la carta della Padania, cioè di un popolo che non esiste, come ha ricordato recentemente il Capo dello Stato. Aspettiamo comunque i commenti dei loro alleati: sono indifferenti agli scenari di guerra evocati da Maurilio Canton, o totalmente prigionieri della Lega?».




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