Alfano segretario Pdl: obiettivo 2013
Premier: perso per colpa di Rai e stampa

Berlusconi e Alfano (foto Alessandro Di Meo - Ansa)
Berlusconi e Alfano (foto Alessandro Di Meo - Ansa)
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Mercoledì 1 Giugno 2011, 09:29 - Ultimo aggiornamento: 2 Luglio, 00:04
ROMA - Vertice Pdl per fare il punto sulla strategia da seguire per il rilancio del partito e del governo dopo la batosta alle elezioni amministrative.



Berlusconi ha annunciato nel vertice la nomina di un segretario politico del Pdl, accanto a tre coordinatori,
nella persona di Angelino Alfano. E' giovane e ben voluto da tutti, farà bene e favorirà il rilancio del Pdl, avrebbe detto Berlusconi. La guida politica del partito è affidata al segretario nazionale, mentre i tre coordinatori avranno competenze settoriali. Il potere e le deleghe dei coordinatori saranno trasferite al segretario politico nazionale che poi procederà alla assegnazione dei rispettivi settori di competenza. I tre coordinatori si occuperanno quindi di settori specifici: Ignazio La Russa di eventi e propaganda, Denis Verdini di organizzazione e Sandro Bondi (dimissionario dopo i ballottaggi) dei valori e della filosofia del partito.



Angelino Alfano intende dimettersi da ministro della Giustizia «non appena il consiglio nazionale mi immetterà nell'esercizio della funzione e non prima del decreto sul codice antimafia e di quello sulla semplificazione dei riti dei processi civili». Tra i nomi per una possibile sostituzione quello di Maurizio Lupi.



«Da oggi si riparte, l'obiettivo è vincere nel 2013», ha detto il neo segretario politico del Pdl in conferenza stampa accanto al premier. Alfano ha ironizzato sul fatto che la sinistra pretenderebbe che la squadra «che è in vantaggio fermi la partita al sessantesimo anzichè al novantesimo. Non si facciano illusioni di aver già vinto». Alfano ha definito quello di oggi come «il compimento del processo avviato nel 2008» e oggi il Pdl «è un amalgama, e non più una federazione di diversi partiti». Il Guardasigilli ha ringraziato i tre coordinatori che «non hanno posto un diaframma a questa soluzione» ma hanno «agevolato questo compito» che dimostra che sta nascendo un partito in grado di «rinnovare senza decapitare: una squadra ampia in cui tutti potranno esprimere le proprie capacità».



«Abbiamo fatto un'analisi senza indulgenze ma anche senza depressioni: abbiamo pagato dazio perchè siamo al governo - ha detto Berlusconi al termine dell'ufficio di presidenza del partito - Credo sia stato miracoloso essere riusciti a mantenere i conti in ordine senza colpire i cittadini. Non abbiamo mai messo le mani nelle tasche degli italiani».



Attacco ai media. Tra le cause che hanno portato la sconfitta elettorale Berlusconi ha indicato anche «trasmissioni micidiali come quella di Anno Zero su Milano: sfido chiunque abbia visto quei servizi a votare per la nostra parte». Il risultato del voto delle amministrative è stato influenzato da una «straordinaria tenaglia dei media, di tutta la stampa e i giornali» in modo inaccettabile, ha detto il presidente del Consiglio assicurando che non succederà mai più: «Ci impegneremo in parlamento perché ciò non si ripeta più. Il gruppo Mediaset si è astenuto da trasmissioni politiche, mentre la Rai ha messo in campo dieci trasmissioni che non si sono fermate durante i ballottaggi» e «ho visto dei servizi micidiali» contro di noi. Ce anche un supplemento per i giornali: «Noi abbiamo fatto un atto di accusa nei confronti di noi stessi facendo credere cose che non ci sono. E così qualche giornale oggi titolava che siamo un partito sull'orlo dell'implosione mentre nulla è più lontano dal vero di questo, al di là di inopportune manifestazioni di divisioni su questo o su quel punto. Il nostro è un partito compatto e unito». Quanto al Pd, «fa festa ma è qualcosa di patetico perchè nessuno dei candidati che ha vinto gli appartiene».



Berlusconi ha annunciato che è stato deciso di cancellare la formula del 70-30 che stabiliva la divisione dei pesi all'interno del Pdl tra ex FI ed ex An: «Da oggi - ha detto - tutti hanno deciso di dimenticare questa situazione e confluire tutti con pari diritto nel Pdl».



Berlusconi: il candidato 2013? E' presto. «È qualcosa che si dovrà decidere e quindi non c'è ora nessuna possibilità di dare una risposta», risponde il presidente del Consiglio a una domanda in merito alla possibilità che per il 2013 il candidato alla premiership possa ancora essere lui.



Si terrà tra il 20 e il 27 in aula al Senato la verifica di maggioranza, sollecitata dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nello stesso periodo in cui si svolgerà il dibattito alla Camera. Il capo dello Stato il 6 maggio scorso con una lettera ai presidenti di Camera e Senato aveva chiesto che il Parlamento fosse informato dal presidente del Consiglio sull'ampliamento del governo dopo la nomina di nove sottosegretari visto che l'attuale maggioranza è diversa rispetto a quella formatasi dopo le elezioni politiche. L'impegno per le amministrative aveva fatto slittare la decisione sulla data a dopo il voto.



La decisione di nominare Alfano dovrebbe essere formalizzata entro pochi giorni da un Consiglio nazionale appositamente convocato e determinerebbe le dimissioni dell'attuale ministro della Giustizia. L'accelerazione è stata impressa ieri in nottata dopo un vorticoso giro di contatti telefonici, ma anche a una cena dal presidente del Senato Renato Schifani alla quale hanno preso parte molti ex An. Da questi ultimi è arrivato un sostanziale «via libera» all'indicazione di Alfano come guida politica del Pdl, spiega una fonte della maggioranza. Si è così arrivati alla decisione di indicare il Guardasigilli come segretario politico.



L'altro aspetto rilevante riguarda il sostituto di Alfano a via Arenula. Il Guardasigilli, una volta formalizzata la sua nomina nel partito, dovrebbe infatti rassegnare le dimissioni. Nel Pdl nessuno si sbilancia sui possibili successori: «è una partita ancora aperta che sta gestendo il presidente», spiega un pidiellino di peso. È certo però che stanno circolando alcuni nomi, fra i quali quello di Maurizio Lupi. Anche se, secondo qualcuno, al ministero della giustizia potrebbe andare un tecnico. Secondo altri, infine, l'occasione della sostituzione di Alfano potrebbe portare al riempimento della ministro per le Politiche comunitarie.



«Smettiamola con le ipotesi e il "toto": la cosa vera è che oggi ci sarà un ufficio di presidenza, inizieremo una riflessione importante riguardo a quello che gli elettori ci hanno detto sulle due linee che crediamo debbano essere quelle portanti: il rilancio dell'azione di governo e il rafforzamento e il rilancio dell'azione del partito», commenta Lupi.



Il Pd insiste: Berlusconi si dimetta. «Il presidente Berlusconi deve presentarsi dimissionario davanti alle Camere» in occasione della verifica parlamentare, dice Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd. «Il premier dovrà convincere il Paese - spiega Finocchiaro - della necessità della sua leadership. Sarà un dibattito aperto e schietto, ma la maggioranza deve prendere atto del sentimento popolare che si è manifestato nelle elezioni locali».




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