Migranti sulla rotta Adriatica. Alfano
"Al momento non abbiamo evidenza"

Il ministro Angelino Alfano
Il ministro Angelino Alfano
2 Minuti di Lettura
Giovedì 10 Marzo 2016, 10:00 - Ultimo aggiornamento: 10:29
BRUXELLES - "Fino a questo momento non abbiamo evidenza di questo flusso enorme" di migranti in arrivo sulla rotta adriatica. Così il ministro Angelino Alfano al suo arrivo al consiglio Affari interni Ue. "Siamo abituati a fare le previsioni ma anche ad osservare la realtà - spiega Alfano -. La logica ci suggerisce" che con la chiusura della rotta balcanica "si potrebbe aprire una rotta. Questo però ce lo fa dire la logica, ma oggi non i fatti".

La presa di posizione del ministro Alfano fa seguito alla chiusura della cosiddetta "rotta balcanica". Secondo il quadro delineato ieri a Bruxelles, l'Unione Europea è ben consapevole del rischio che il flusso dei migranti in arrivo dalla Turchia, ora che la rotta dei Balcani Occidentali si sta chiudendo, prenda rotte alternative, come quella del Mediterraneo Centrale o quella dell'Albania, anche se al momento non si ha evidenza di uno spostamento massiccio del flusso.

La Slovenia ha infatti annunciato la piena reintroduzione del codice delle frontiere delle Schengen, per mettere fine "alle attuali modalità di migrazione attraverso i Balcani Occidentali". Anche la Croazia e la Serbia hanno annunciato misure simili. Il confine tra Grecia e Macedonia sta diventando sempre più difficilmente valicabile e nell'area di Idomeni, nella regione greca della Macedonia Centrale al confine con la Fyrom (Macedonia) si ammassano migliaia di migranti (la settimana scorsa il commissario europeo Christos Stylianides ne aveva stimati 12-15mila).

Tutte queste nuove barriere potrebbero cambiare la situazione.
Il rischio che il flusso si ridiriga verso altre rotte, magari più a ovest, eventualità che potrebbe interessare direttamente l'Italia, è concreto e ben presente alle autorità europee, sia alla Commissione che al Consiglio, che monitorano la situazione e si preparano ad affrontare eventuali emergenze. Tuttavia "il rischio che si apra una falla da un'altra parte non è un buon motivo per non tentare di tappare la falla principale".
© RIPRODUZIONE RISERVATA