«Monsignor Giuseppe Rocco fu ucciso, l’assassino è don Paolo Piccoli e gli va confermata la condanna a 21 anni e sei mesi di reclusione per omicidio volontario». La Procura non ha dubbi nell’Appello-bis in corso a Venezia per il caso che venne definito "il giallo del seminario". Lo riferisce il Corriere della Sera. Il 25 aprile 2014, nella sua stanza alla Casa del Clero di via Besenghi, a Trieste, venne ritrovato il corpo senza vita di Monsignor Giuseppe Rocco, 92 anni. E l’unico indiziato rimane don Piccoli, 57 anni, sacerdote veronese che continua a dirsi innocente. E don Paolo resta in attesa di giudizio definitivo, quello della giustizia terrena.
La vicenda
Don Giuseppe Rosso è stato trovato senza vita nella Casa del Clero di Trieste il 25 aprile 2014, dove era in corso un seminario si sacerdoti pensionati.
Don Paolo sotto accusa da 10 anni
Da dieci anni don Paolo è sospettato del delitto. Vondannato in primo e secondo grado per il (presunto) delitto al seminario di Trieste di cui si sarebbe macchiato, ma che lui continua a negare: «Ma quale assassino...». Non ha mai smesso («e mai smetterò») di professarsi innocente don Piccoli, tornato in questi giorni in aula dopo il clamoroso annullamento della condanna a 21 anni e sei mesi di reclusione, in primo e secondo grado, per la (presunta) morte violenta di monsignor Rocco. Secondo la tesi difensiva don Rocco sarebbe mancato per cause naturali, oppure per la rottura dell’osso ioide avvenuta durante le operazioni autoptiche o, ancora, durante lo spostamento delle spoglie da parte dell’impresa di pompe funebri. «In ogni caso — ha argomentato l’avvocato Calderoni nell’arringa — il responsabile della morte di don Rocco non è don Piccoli, per il quale chiediamo l’assoluzione».
Le accuse
Principale accusatrice, dentro e fuori dai tribunali, è sempre stata fin dall’inizio la perpetua, l’assistente di don Rocco Eleonora Laura Di Bitonto che tentò di rianimare il monsignore chiamando il 118. Dopn Piccoli non ha comunque perso la speranza: «Speranzoso - dice sempre al Corriere - ho fiducia nel mio avvocato, nei giudici e soprattutto, ovviamente, in Dio. I prossimi giorni per me saranno di passione, come quelli vissuti da nostro Signore prima della Pasqua di Resurrezione».