Non riesci a pagare le multe? A Milano
saldi il debito lavorando per il Comune

Un'auto multata a Milano
Un'auto multata a Milano
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Martedì 1 Marzo 2016, 15:44
MILANO - Al via a Milano il "baratto amministrativo", la pratica prevista dal decreto Sblocca Italia, per permettere ai cittadini di saldare i debiti con l'amministrazione comunale prendendosi cura dei beni pubblici. Il bando sarà pubblicato sul sito del Comune nelle prossime ore, ed è stato presentato stamattina a Palazzo Marino. Ci sono 60 giorni di tempo per fare domanda e possono accedere al baratto i cittadini residenti a Milano, anche stranieri con permesso di soggiorno valido, che si trovano in condizione di morosità incolpevole e che desiderano estinguere i debiti verso l'amministrazione prestando attività lavorativa temporanea, come la manutenzione e l'abbellimento di beni comunali, ad esempio asili, giardini, verde pubblico, pulizia e sgombero di cantine, verniciatura di recinzioni, tinteggiature. I primi progetti su cui lavorare nelle diverse zone della città sono stati identificati dall'amministrazione.

Tra i requisiti per fare domanda un Isee non superiore ai 21 mila euro. Il baratto si può utilizzare per estinguere debiti maturati fino al 2013 e per un valore minimo di 1.500 euro, riferiti ad esempio a tributi comunali (Ici, Imu, Tarsu, Tares, Tari), violazioni del codice stradale o corrispettivi e tariffe per la fornitura di beni e la prestazione di servizi, canoni e proventi per l'uso di beni comunali. Milano «è la prima grande città italiana che avvia questo progetto - ha spiegato la vice sindaco, Francesca Balzani -. Questo è il primo bando di prova generale ma, dai prossimi giorni lavoreremo per farne altri. Tecnicamente se ne potrebbe fare anche uno al mese».

La cifra a disposizione della rottamazione dei debiti per il primo bando è di 100 mila euro. «Cercheremo di trovare un punto di equilibrio tra chi presenta la domanda - ha aggiunto Balzani - l'ammontare del loro debito e il budget disponibile per la rottamazione per consentire a quanti più cittadini di partecipare».
Chi presenta domanda dovrà dimostrare che l'impossibilità di pagare è legata alla perdita o alla riduzione della capacità reddituale della famiglia a causa di licenziamento, cassa integrazione, problemi di salute. Per ogni ora di lavoro viene riconosciuto il valore di 10 euro.
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