TREVISO - Un giro di prostituzione che fruttava qualcosa come 70mila euro al mese. A tirarne le fila c’era un poliziotto, arrestato in flagrante dalla Squadra mobile di Treviso. Si tratta di Ivan D’Amore, 30enne originario della Sicilia e residente a Preganziol, papà di due bimbi e militante di Fratelli d’Italia. Prima di essere sospeso nell’ambito di altri accertamenti, era in servizio all’aeroporto veneziano di Tessera. Ora è indagato per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Insieme a lui è finita in manette una donna colombiana di 50 anni, sua amica e socia in affari. Lui è stato ammanettato in flagrante, lunedì a Treviso, mentre stava riscuotendo il canone settimanale di uno degli appartamenti trasformati in bordelli. È stato scarcerato ieri, dopo la convalida, e sottoposto all’obbligo di firma. Lei, invece è stata sottoposta a fermo, poco prima che prendesse un aereo per Bogotà. E adesso è dietro le sbarre.
IL MECCANISMO
Secondo gli inquirenti, la coppia aveva creato una fiorente attività illegale: sono 17 le persone finite nel giro, tra squillo e trans, perlopiù sudamericane. Ma si tratta di una stima per difetto visto che non tutte le lavoratrici del sesso sono state identificate. Venivano reclutate sia in rete che ai festini. D’Amore e la complice avrebbero subaffittato tre appartamenti (due a Treviso e uno a Martellago) per gli incontri a luci rosse. Era qui che le prostitute davano appuntamento ai propri clienti. L’affitto era di 400 euro a settimana. Il conto è presto fatto: quelle alcove del piacere garantivano guadagni da capogiro alla coppia. Fino a 70mila euro al mese. Oltre alla locazione, D’Amore e la colombiana si sarebbero occupati anche del “servizio navetta”: andavano a prendere e riaccompagnavano le lucciole all’aeroporto o nelle stazioni ferroviarie. Per non destare sospetti, cambiavano vorticosamente gli inquilini, in modo da rendere difficile la ricostruzione dell’attività.
L’INDAGINE
L’inchiesta è decollata l’estate scorsa, a giugno del 2023.