Giovanna Pedretti, l'interrogatorio dei carabinieri e poi la scomparsa: «Aveva confermato che il post era vero»

Giovanna Pedretti, l'interrogatorio dei carabinieri e poi la scomparsa: «Aveva confermato che il post era vero»
di Mario Landi
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Lunedì 15 Gennaio 2024, 23:17

Come e perché è morta Giovanna Pedretti? È una doppia indagine quella del nucleo investigativo dei carabinieri di Lodi, che stanno facendo luce sulla morte di Giovanna Pedretti, la titolare della pizzeria 'Le vignole' a Sant'Angelo Lodigiano, trovata senza vita nel fiume Lambro ieri, dopo essere finita alla ribalta delle cronache per il caso della recensione omofoba e contro i disabili. Il primo fascicolo, al momento contro ignoti, e su cui le indagini sono ancora in corso, è stato aperto prima della morte della donna. Istigazione all'odio razziale è l'ipotesi di reato per chi si sarebbe lamentato di essere stato «messo a mangiare di fianco a dei gay e a un ragazzo in carrozzina».

 

 

Giovanna Pedretti, scomparsa di casa in piena notte

La titolare della pizzeria sabato - a quanto si apprende - era stata convocata e sentita dai carabinieri, al solo scopo, però, di risalire all'autore della recensione, non per accertarne l'autenticità, che nel frattempo era stata messa in discussione sui social. La donna l'indomani mattina è sparita da casa e, dopo che il marito ha dato l'allarme, nel pomeriggio è stata trovata senza vita sulle rive del Lambro, a poca distanza dall'auto sporca dentro e fuori di sangue.

 

Giovanna Pedretti era stata interrogata dai carabinieri

Giovanna Pedretti era stata convocata solo in quanto persona informata dei fatti: le indagini, per il momento, non si basano sulla ricostruzione della veridicità della recensione e della relativa risposta della ristoratrice. «La signora ci ha assicurato che il post pubblicato sul suo profilo Facebook non era stato creato ad arte», la versione degli inquirenti in diretta a Pomeriggio Cinque. «È apparsa tranquilla.

Chiaramente l'impatto dell'enorme caso mediatico poteva averle destato qualche preoccupazione, quello sì».

 

La verità dall'autopsia

Tutto al momento fa propendere per l'ipotesi del suicidio, ma nessuna pista verrà tralasciata. La procura ha disposto l'autopsia, che verrà effettuata nei prossimi giorni a Pavia. Approfondimenti tecnici verranno svolti anche su telefono e computer in uso alla donna, mentre sono già stati sentiti familiari e conoscenti per comprendere cosa possa averla eventualmente spinta al gesto estremo.

La Panda di Giovanna Pedretti sempre sotto sequestro

Per quella recensione da cui tutto è partito, Giovanna Pedretti era stata anche sentita nell'ufficio di polizia giudiziaria, dove si ipotizzava il reato di istigazione all'odio, ma ora la Procura sta cercando di ricostruire tutto quello che è successo fino a quando è stata trovata morta sulla sponda del Lambro. Il procuratore della Repubblica di Lodi Maurizio Romanelli ha deciso di non dissequestrare la Panda a bordo della quale Giovanna sarebbe arrivata sola: su quel veicolo, trovato pieno di sangue, sono in corso indagini approfondite dei carabinieri del Comando provinciale di Lodi mentre il fascicolo in Procura è stato aperto, per ora, senza ipotesi di reato nè indagati. Familiari e amici saranno sentiti presto come testimoni ed è già certo che chiederanno conto di come è stata trattata la loro cara a livello mediatico, convinti che Giovanna non avesse alcun motivo per togliersi la vita prima della tempesta social degli ultimi giorni

Incubo gogna social, rabbia in paese

Una «gogna social» contro cui si scaglia un intero paese e un'indagine al momento senza ipotesi di reato nè indagati. A Sant'Angelo Lodigiano, comune di 15mila abitanti a pochi chilometri da Lodi, restanno abbassate le saracinesche della pizzeria Le Vignole, dopo che il cadavere di Giovanna Pedretti è stato trovato ieri sulle sponde del Lambro. «Sciacalli», urla qualcuno ai giornalisti che si ritrovano in paese per raccontare una storia finita in pochi giorni sulle prime pagine di tutti i giornali per motivi opposti: prima il racconto della giusta e civile indignazione di una ristoratrice contro un cliente autore di un post contro gay e disabili, e poi la tragedia di una donna che si è con tutta probabilità suicidata. «Colpa della gogna social», ripetono in paese, perchè dagli elogi di tutti, compreso quelli del ministro per le disabilità Alessandra Locatelli, si era passati al dubbio di pochi (ma influenti): Lorenzo Biagiarelli e la sua compagna Selvaggia Lucarelli hanno evidenziato tutte le incongruenze tecniche del post che ha reso celebre Giovanna Pedretti che, in breve tempo, in rete è diventata una «truffatrice» in cerca di celebrità o di un qualche ritorno economico.

Ma il piccolo ristorante da 13 tavoli non aveva bisogno di pubblicità visto che era sempre pieno e le indagini hanno già escluso qualsiasi difficoltà economica per una famiglia conosciuta e benvoluta in paese dove, prima della pizzeria, gestiva una tabaccheria. Per questo, oltre al dolore, c'è anche rabbia nelle parole della figlia Fiorina D'Avino: «L'accanirsi è pericoloso. Grazie cara 'signorà per aver massacrato per via mediatica la mia mamma. Cerchi pure la sua prossima vittima», scrive direttamente a Selvaggia Lucarelli sulle cui pagine social arriva un vero e proprio shitstorm. E lo stesso avviene sul profilo Instagram di Biagiarelli, che ha evitato oggi di partecipare al programma di Antonella Clerici di cui è ospite fisso. «Lorenzo, fatti un esame di coscienza, insieme a tutti coloro che l'hanno messa alla gogna», «Si stava parlando di un commento, seppur inventato. È assurdo tale accanimento, non c'è coerenza in tutto ciò lo capisci?», «Un uso dei social così violento fa paura, smettetela», alcuni dei commenti meno offensivi.

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