Un procedimento unico per separazione e divorzio, che permette alle coppie sposate entrate in crisi di presentare al giudice una domanda congiunta e cumulativa. Questo è quanto prevede la riforma Cartabia entrata in vigore lo scorso febbraio per lo scioglimento del matrimonio con uno scenario di maggiore stabilità degli accordi, in modo da evitare capovolgimenti futuri e incertezze della situazione economica, e per snellire le cause velocizzando i tempi. Ma in diversi tribunali la soluzione è stata osteggiata, tanto che è dovuta intervenirre la Corte di Cassazione.
La sentenza
In particolare, la Suprema Corte con il verdetto 28727 depositato lunedì - ha affermato il principio per cui «in tema di crisi familiare, nell'ambito del procedimento di cui all'art 473 bis 51 cpc è ammissibile il ricorso dei coniugi proposto con domanda congiunta e cumulata di separazione e di scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio».
I dubbi
Il verdetto in questione si è reso necessario, come sottolinea l'Organismo congressuale forense, «all'indomani della entrata in vigore della riforma Cartabia che ha introdotto la facoltà prevista dall'art 473 bis n.49 cpc di proporre domanda cumulata di separazione e divorzio, si è assistito - ricorda l'Ocf - al proliferare di pronunce discordanti in vari Tribunali d'Italia (Treviso, Firenze, Genova, MIlano, Vercelli, Lamezia Terme, Bari, Padova ) e con propria nota del giugno 2023 l'Organismo congressuale forense aveva chiesto al Ministero di chiarire la disciplina con un intervento normativo». Adesso la Cassazione, conclude la nota dell'Ocf «ha chiarito i dubbi interpretativi cosicché la normativa vigente può essere applicata in modo univoco e senza disparità di trattamento su tutto il territorio nazionale».
La legge
Con la nuova legge, dunque, non è più necessario per i coniugi che intendono divorziare firmare un accordo di separazione e poi attendere sei mesi prima di riprendere le trattative, presentare un nuovo ricorso e attendere la sentenza. Dopo la riforma Cartabia è possibile raggiungere l'accordo con un singolo atto: trascorsi i sei mesi, i giudici potranno emettere direttamente la sentenza di divorzio.
Come fare
La procedura prevede che venga depositata la domanda con un ricordo e il richiedente dimostri da subito al giudice i mezzi di prova in suo possesso e renda nota la condizione patrimoniale attraverso la presentazione della dichiarazione dei redditi degli ultimi tre anni insieme all'elenco dei beni di proprietà, delle quote societarie, estratti conto e rapporti bancari e finanziari.