Ilaria Salis il 2 ottobre scorso ha scritto un memoriale consegnato al consolato italiano per il suo avvocato, quando non aveva ancora la possibilità di parlare con lui nonostante gli otto mesi di prigionia. «Sono trattata come una bestia al guinzaglio - si legge nel testo mostrato dal Tg La7 in esclusiva - da tre mesi sono tormentata dalle punture delle cimici nel letto, l'aria è poca, solo quella che filtra dallo spincino». Questi sono solo alcuni passaggi. Il testo, che descrive una situazione segnata da condizioni igieniche precarie e scarsa alimentazione, è stato scritto quando Ilaria Salis era in carcere da otto mesi e non aveva avuto ancora la possibilità di parlare con il suo avvocato italiano. «Gli avvocati ungheresi - afferma fra l'altro la donna riguardo alle sue condizioni - dicono che non si può fare niente».
La lettera sulle condizioni del carcere
«All'arresto sono stata fatta spogliare e lasciata in mutande, reggiseno e calzini, poi costretta a rivestirmi con abiti malconci e puzzolenti e stivali con tacchi a spillo non della mia taglia.
Il papà torna in Italia: era deperita
«È un po' deperita ovviamente soprattutto per l'udienza. Era abbastanza in difficoltà perché poi era molto emozionata, era emotivamente molto trascinata. Le girava un po' la testa». Così Roberto Salis ha descritto sua figlia Ilaria appena sceso dall'aereo al ritorno da Budapest. In carcere «il colloquio è andato meglio perché stava molto meglio, era più rilassata ed era anche contenta di quello che era accaduto lunedì. Era più bella insomma».
«Non ho tempo per queste cose», ha risposto a proposito delle dichiarazioni di Salvini. «Ha detto che sua figlia non dovrebbe insegnare, vuole replicare in qualche modo?», gli è stato detto. «Secondo lei ne vale la pena?», ha replicato il padre di Ilaria. «Io auguro alla figlia (di Salvini, ndr) di avere un decimo dei valori etici di mia figlia», ha concluso.
«Ci sono dei fatti che sono al di là delle parole, per cui non c'è bisogno di commentare più di tanto», ha detto a proposito delle parole del portavoce del primo ministro ungherese Orban. «Adesso speriamo che si smuovano un po' le acque - ha concluso -. Oggi sono stato a pranzo con l'ambasciatore».