Regolamento di conti tra stranieri, la Caritas nel mirino dei residenti di San Benedetto

L'intervento delle forze dell'ordine e dell'ambulanza
L'intervento delle forze dell'ordine e dell'ambulanza
di Laura Ripani
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Domenica 20 Agosto 2023, 02:40 - Ultimo aggiornamento: 16:22

SAN BENEDETTO - Prima l’aggressione, avvenuta a suon di machete e mazze della quale ha parlato anche il sindacato di polizia chiedendo rinforzi; poi il regolamento di conti con mazze e bastoni proprio all’interno della Caritas. Sono spaventati e preoccupati i residenti del Ponterotto che da alcuni giorni vedono sotto le proprie case scene non certo edificanti. 

 


Il racconto


«Sono arrivate ambulanze e forze dell’ordine e un extracomunitario che ha avuto la peggio è andato in ambulanza con la testa spaccata colpito da un oggetto conducente - scrivono -: tanta la paura per i residenti che abitano in zona Caritas che si sono visti una scena da film.

Persone extracomunitarie che andavano in giro insanguinate nelle vie adiacenti alla Caritas chi cercando di scappare e chi cercando di colpire gli altri». Per i cittadini che abitano nella zona «negli ultimi 10 giorni la Caritas che dovrebbe offrire pace si è sporcata più volte di sangue».

I residenti del quartiere chiedono allora alla Caritas, a don Gianni, ad Andrea Sanguigni, a Marco Sprecacé e a tutti coloro che possono fare qualcosa di prendere una posizione. «Nessuno sta dicendo che la Caritas non debba dare aiuto ma se ogni volta ci deve essere del sangue che macchia il quartiere è giusto che chi di dovere si prenda le proprie responsabilità assumendo o della vigilanza armata o spostando il servizio o la struttura in un’altra zona. Anche perché il quartiere Ponte rotto adesso è stanco e si inizierà a muovere per farsi rispettare per chiedere il rispetto».


La replica


A fronte di affermazioni così perentorie però sembra che le cose non stiano esattamente come vengano descritte. Don Gianni Croci non si sottrae dunque e spiega. «In entrambi i casi - dice il direttore della struttura - non si tratta di persone note alla Caritas. Non sono nostri “ospiti” anche se pare che siano venuti a regolare i conti con qualcuno che alloggia da noi temporaneamente». «Il problema però - aggiunge il sacerdote - è che la Caritas cerca di attutire il disagio sociale che c’è sotto. Se certe persone vengono abbandonate per strada, senza voler criticare le istituzioni, noi ce ne facciamo carico ed evitiamo che vi restino». 


Il rischio


Insomma, il rischio è che la violenza potrebbe esplodere in maniera addirittura più incontrollata se c’è chi non sa dove andare. «Faccio un encomio - chiude don Gianni - alle forze dell’ordine peraltro che, ogni volta, quando serve e se serve, arrivano con incredibile tempestività. Loro sono in prima fila ma noi abbiamo anche deciso di andare oltre e due settimane fa abbiamo anche firmato un protocollo con una società di vigilanza privata perché ci aiuti a tenere la situaizone sotto controllo. Inoltre sono attive anche le telecamere. Onestamente facciamo del nostro meglio ma purtroppo le persone non sono tutte uguali e c’è anche chi delinque».
 

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