San Benedetto, udienza in Gambia
per il ritorno in Italia di Massimo Liberati

San Benedetto, udienza in Gambia per il ritorno in Italia di Massimo Liberati
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Domenica 2 Agosto 2015, 22:02 - Ultimo aggiornamento: 3 Agosto, 16:50
SAN BENEDETTO - Oggi potrebbe essere la giornata decisiva per la sorte di Massimo Liberati, il marittimo sambenedettese bloccato da mesi in Gambia.

L'udienza in programma per questa mattina, infatti, dovrebbe essere l'ultima e, finalmente, il Tribunale potrebbe esprimersi per il ritorno in patria del marittimo. Ma, ancora una volta, sarà la sola società armatrice a dover affrontare l'intera vicenda.

"E' una situazione vergognosa - tuona il giornalista Mediaset Remo Croci - neppure all'udienza più importante sarà presente lo Stato Italiano. E' incredibile quello che sta accadendo".

L'odissea di Liberati era iniziata nella seconda metà del mese di febbraio quando l'Idra Q, il peschereccio a bordo del quale il marittimo sambenedettese ricopre il ruolo di direttore di macchine, era stato sequestrato dalle autorità gambiane. I militari erano saliti a bordo ed avevano contestato la presenza di una rete dalle maglie di pochi millimetri più larghe del consentito. Una rete che si trovava a bordo ma non veniva mai utilizzata e che, con la continua esposizione al sole, avrebbe subito l'allargamento del materiale che compone le maglie.

I gambiani non hanno però voluto sentire regioni e la nave è stata scortata fino al porto di Banjul, la capitale dello Stato, e lì tenuta sotto sequestro. La svolta, negativa, è arrivata all'inizio di marzo quando il comandante della barca Sandro De Simone e lo stesso Liberati sono stati arrestati e rinchiusi nel carcere della capitale, uno dei più duri dell'intero continente africano. Il direttore di macchine sambenedettese è stato scarcerato dopo quasi sette giorni mentre De Simone ha dovuto attendere una settimana in più prima di poter uscire dal carcere.

Una volta fuori i due sono stati confinati all'interno di un albergo in stato di libertà vigilata fino alla fine di aprile quando la Suprema Corte dello Stato africano ha deciso di sbrogliare tutta l'intricata matassa dissequestrando la barca e liberando l'intero equipaggio. Tutto sembrava finito ma il colpo di scena era dietro l'angolo perché, a causa di problemi interni legati al contrasto tra Gambia e realtà legate al Commonwealth, i miliziani agli ordini del regime si sono rifiutati di eseguire la sentenza mantenendo tutta la situazione in fase di stallo.
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