L'imprenditrice Doriana Marini: «Ma quale moda, sognavo i cantieri»

L'imprenditrice Doriana Marini: «Ma quale moda, sognavo i cantieri»
L'imprenditrice Doriana Marini: «Ma quale moda, sognavo i cantieri»
di Luigina Pezzoli
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Domenica 11 Febbraio 2024, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 11:32

SAN BENEDETTO - Destini incrociati o strade contrapposte... quanti scherzi gioca la vita. Doriana Marini, presidente nazionale Filiera moda Cna Federmoda e ora a capo della Lega navale sezione di S. Benedetto da ragazzina si immaginava un futuro lavorativo completamente diverso. «Volevo diventare geometra e lavorare in cantiere insieme a mio padre». Invece il suo universo è diventato la moda.

Geometri, cantieri e ragionieri

«Eppure non mi sono mai sentita una “fashion victim” ma avere una figlia geometra non era un’ipotesi condivisa dai miei genitori.

Anzi mio padre sperava che fosse mio fratello ad seguirequesta strada e, ironia della sorte a lui non piaceva. Così optai per Ragioneria all’istituto Capriotti».

L’impronta di Luigi e Giovanna

Cresciuta tra le campagne lungo la Salaria, abitava in una casa in cui al piano di sotto vivevano i suoi nonni materni, Luigi e Giovanna. «Di mio nonno mi ha sempre colpito il suo animo gentile e il senso di giustizia, di mia nonna la sua praticità. Entrambi avevano una mentalità molto aperta rispetto al periodo» ricorda Doriana che ben presto inizia ad utilizzare la macchina da cucire della mamma. «Mi piaceva realizzare vestitini per le bambole, così come mia madre Maria cuciva i vestiti per me ed i miei fratelli. Del resto ho sempre avuto uno spirito intraprendente, già da ragazzina realizzavo borsette e scarpine di pongo per poi venderle nel quartiere. E che belle le cene d’estate con il vicinato, ognuno portava qualcosa. Ad esempio quando era il tempo di preparare le bottiglie di pomodoro davo una mano, in cambio mi regalavano qualche mancia. Con la brace che restava si cucinavano i pomodori oppure le pannocchie di mais da gustare tutti insieme». Intorno ai 13 anni Doriana inizia a frequentare la parrocchia San Giacomo della Marca di Fosso dei Galli.

Cocomeri, amicizia e sport

«D’estate si organizzavano i campiscuola, come quelli a San Lorenzo di Vallegrascia a Montemonaco. Con noi c’era don Gabriele Paoloni. Con lui percorrevamo a piedi chilometri in salita per arrivare sulla cima del Vettore. Essendo di corporatura abbastanza resistente toccava a me caricarmi sulle spalle le cose più pesanti che servivano per pranzo, una volta mi toccò il cocomero - sorride l’imprenditrice – Prima di farci sistemare per terra don Gabriele ci suggeriva di far rumore per evitare il pericolo di vipere. Proprio durante questi momenti ho conosciuto la mia cara amica Adele Mattioli. All’epoca aveva una Dyane azzurra, quante avventure con la sua macchina. E proprio il viaggio è stata una delle grandi passioni che abbiamo condiviso. Avevamo poco più di vent’anni quando siamo partite per Londra». A consolidare il loro legame c’era anche la passione per il mare e la montagna. «Da ragazza ho iniziato a praticare kayak e così sono entrata in Lega navale». Tra le prime biciclette con le quali amava macinare chilometri di strada c’era una Bianchi di colore nera. «Uscivo la sera, mi portavo un bel libro, amavo leggere Diabolik, oppure Tex Willer e Zagor, che prendevo in prestito da mio fratello, e quando ero stanca con la mia bicicletta mi fermavo nella pineta del campo Europa. Qui mi sedevo su di una panchina e trascorrevo ore in compagnia del libro. E poi c’erano le uscite con le amiche, specialmente Deborah e Nada, ero la più responsabile del gruppo, così quando i loro genitori sapevano che c’ero anch’io erano tranquilli».

Indipendenza e lavoro

Una volta conseguito il diploma Doriana decide di iscriversi ad Economia e commercio all’Università di Ancona. «Ma non lo dissi ai miei genitori, non volevo gravare sulle spese familiari. Così ho iniziato a lavorare per mantenermi gli studi. Avevo ottenuto anche una borsa di studio. D’estate ho fatto qualche stagione in un bar gelateria, poi un anno di praticantato in uno studio di commercialisti. In seguito ho iniziato a lavorare in un’azienda di moda, mi occupavo dell’aspetto legato all’amministrazione e al marketing, quando era in procinto di chiudere ho deciso di aprire una mia attività, sempre nel settore moda, la Dienpi, insieme a due soci. Ho sempre avuto uno spirito di indipendenza e un forte attaccamento al lavoro, questo aspetto lo devo ai miei genitori».

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