Johnson conferma i licenziamenti: restano solo i creativi, la produzione si trasferisce nell'Est Europa

La protesta
La protesta
di Gloria Caioni
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Domenica 22 Ottobre 2023, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 11:56

CORROPOLI - I cervelli resteranno in Italia perché creativi e capaci di innovare. La produzione sarà, invece, delocalizzata nell’Est Europa. Sembra essere questo il destino della Johnson&Controls di Corropoli. Sessantadue i posti di lavoro che ballano ma molte di più le persone che, ieri mattina, si sono ritrovate in corteo al ritmo di: “Johson fuori Controls, no ai licenziamenti”. 

 
L’iter


L’azienda, che fa capo ad una multinazionale americana, ha deciso, dall’oggi al domani, di mandare a casa i dipendenti del polo produttivo della Val Vibrata.

Da qui la manifestazione che è partita dalla zona dei centri commerciali (in territorio di Colonnella) per raggiungere la rotatoria del casello della A14. In prima linea le sigle sindacali che hanno organizzato l’incontro e nutrita anche la delegazione istituzionale con in testa il sindaco di Corropoli Dantino Vallese, seguito da quello di Controguerra Franco Carletta e dal vice di Alba Adriatica Simone Pulcini nonché dall’assessore regionale Pietro Quaresimale, che ha illustrato i percorsi tracciati dalla Regione.

Presenti anche il sottosegretario alla giunta regionale Umberto D’Annuntiis ed il consigliere regionale Dino Pepe. Il piano della multinazionale prevede una procedura di licenziamento collettivo per 62 lavoratori sui circa 140 impiegati. Resterebbero solo i progettisti (nel sito si realizzazione sistemi di controllo e anti-incendio) e gli impiegati, con la produzione dirottata all’estero. Nel parcheggio vicino al casello A14 si sono tenuti i vari interventi. 


Il  tavolo


«Non ci sono strumenti legislativi che possano stoppare l’emorragia di posti di lavoro e di fabbriche che se ne vanno» ha gridato al megafono Natascia Innamorati della Fiom Cgil. A farle eco il delegato della Fim Marco Boccanera che spera in un epilogo diverso visto che sarà attivato anche un tavolo al Ministero come confermato da Quaresimale che ha dichiarato: «Vertenza complicata perché parliamo di un’azienda che non ha problemi economici. Almeno non così gravi. Non capiamo il perché di una scelta così repentina. Tutto improvviso e senza nemmeno concedere i sei mesi di solidarietà. Il tavolo regionale ha avuto esito negativo e ho inoltrato una nota affinché si faccia una riunione con il Ministro o chi per lui per aver risposte dai vertici con i quali vogliamo avere un’interlocuzione diretta, senza passare per i delegati. La Regione farà la sua parte e metterà in campo ogni forma di misura come i fondi Fse o per le politiche attive del lavoro».

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