SAN BENEDETTO “Non basta demolire il Ballarin per cancellare la memoria”. Lo striscione esposto domenica 3 marzo contro il Real Monterotondo in curva nord Cioffi è stato portato lunedì in corteo allo stadio 'Fratelli Ballarin'. I tifosi rossoblu hanno infatti manifestato contro la decisione di demolire il Ballarin a favore di un progetto non condiviso con la città, creando malumori e malcontento nella maggior parte dei cittadini sambenedettesi e non solo, perché la tragedia vissuta in quello stadio domenica 7 giugno 1981 è nella memoria di tutti. Domenica al Riviera, subito dopo la lettura delle formazioni, sono iniziati i cori offensivi contro il sindaco Antonio Spazzafumo e l'assessore Bruno Gabrielli, con epiteti al loro indirizzo non ripetibili, per poi concludere con «Questa giunta è una vergogna».
Il blitz
Protesta continuata lunedì sera al Ballarin dove i tifosi si sono posizionati sulla curva sud, teatro della tragedia, per intonare nuovamente i cori di insulti contro l'attuale amministrazione comunale.
Una manifestazione pacifica, con fumogeni rossi e blu accesi dopo il tramonto, e infine un lungo applauso per Maria Teresa Napoleoni e Carla Bisirri, le due giovani rossoblu decedute a causa delle ustioni rimediate nel rogo.
Curva sì, curva no
Da opera intoccabile a rudere destinato a essere demolito, sempre se non sarà “traslato” come la Santa Casa di Loreto presso l’attuale stadio “Riviera delle Palme”. È l’odissea toccata alla curva sud del Ballarin che nel 1981 fu teatro del tragico incendio.
In quell’occasione si puntò il dito anche verso la relazione tecnica predisposta quattro anni fa che garantiva una staticità della curva poi non confermata dagli studi successivi. Ma si poteva rinforzare. E comunque arrivò la decisione di abbatterla, anche se non è detta l’ultima parola in quanto ora, di fronte alla bufera scatenatasi, si penserebbe di salvarne una sezione e trasferirla nell’attuale campo sportivo di viale dello Sport.