Gli ascolani sono divisi: «Zone 30 in città? Ok, ma non deve essere un’imposizione»

Gli ascolani sono divisi: «Zone 30 in città? Ok, ma non deve essere un’imposizione»
Gli ascolani sono divisi: «Zone 30 in città? Ok, ma non deve essere un’imposizione»
di Cristiano Pietropaolo
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Domenica 3 Marzo 2024, 04:15 - Ultimo aggiornamento: 11:45

ASCOLI Dopo l’applicazione del limite di 30 chilometri orari a Bologna (dove il dibattito ha avuto anche una eco nazionale), anche sotto le Cento Torri, a breve, ci sarà questa importante novità. La questione riguarderà inizialmente il quartiere di Porta Maggiore, a maggiore tutela dei pedoni e degli studenti che entrano ed escono da scuola. Diversi sono i pareri e le opinioni degli ascolani che, ben presto, dovranno prestare maggiore attenzione.

L’imposizione

«Se consideriamo viale Marconi e le sue traverse e le scuole del quartiere che sono molte, il limite di 30 chilonetri orari ci può stare, ma non può essere un’imposizione- spiega Giandomenico Lupi- Anche se ho fretta, cerco di mantenere un’andatura consona a quella zona.

Spero che questa novità possa anche essere gestita per fasce orarie, ovvero durante l’entrata e l’uscita dalle scuole, nelle pause pranzo, per limitarle a seconda degli orari, ma secondo me è una novità da attuare». « In città bisogna andare piano- aggiunge Gianluca Ranucci- La novità che è stata attuata a Bologna, città d’arte e di cultura, anche qui ad Ascoli andrebbe bene, sopratutto nel centro storico. Anche nei dintorni delle scuole sarà importante attuarla; in definitiva penso che sia una giusta idea anche nella nostra città».

Secondo Lorenzo Simoni «Adottare questo sistema è un’ottima idea per abbassare il numero degli incidenti stradali e soprattutto per ridurre il numero di emissioni di sostanze inquinanti. Allo stesso tempo comprendo che è un argomento divisivo, ma penso che a lungo termine ne vedremo i benefici. L’obiettivo principale che dobbiamo porci è orientare i nostri comportamenti verso il rispetto degli altri e del pianeta in cui viviamo. Basta fare piccole azioni quotidiane, come muoversi a piedi o con la bicicletta, usare i mezzi pubblici e limitare l’uso dell’ auto. Secondo me è il singolo cittadino che può fare la differenza».

Il rispetto dei limiti

«Per certi versi sarei favorevole. Mi rendo conto però, visto che uso anche l’auto, che rispettare i 30 chilometri è davvero difficile. Sarebbe più facile limitare la velocità stessa delle autovetture in fase di costruzione. Oltre ad essere un automobilista, sono anche un ciclista - aggiunge Gino Bachetti - Bisogna essere sempre molto attenti e rispettosi degli altri, perché non c’è più rispetto per il prossimo. A mio avviso il limite di velocità di 30 chilometri orari davanti alle scuole sarebbe l’ideale, ma è difficile rispettarlo. Servirebbero anche più spazi per le biciclette e più piste ciclabili, ma non quelle che passano sui marciapiedi- spiega- Molti parcheggiano le auto ostacolando il passaggio delle bici, ma anche ai passeggini e alle carrozzine. Non c’è una cultura della bicicletta, non solo ad Ascoli, ma in tutta l’Italia. Bisognerebbe prendere esempio dai paesi nordici e creare zone esclusivamente pedonali».

« Penso che questa sia una questione attuabile solo vicino alle scuole, ovvero le zone più critiche. Penso che i 30 chilometri orari siano più rischiosi nelle strade cittadine rispetto ai 50 chilometri orari» evidenzia Corrado Pignoloni. Infine Saverio Tombolini pensa che «L'obbligo dei 30 chilometri 30 orari, secondo, non serve a nulla. Un automobilista prudente capisce la situazione in cui guida ogni volta (la strada, il traffico e le condizioni meteo) e gli incidenti li evita. Per un guidatore imprudente si possono mettere tutti gli obblighi possibili, perché non li rispetterebbe e gli incidenti stradali li causerebbe comunque».

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