Ascoli, scoperto bazar con ricambi d’auto rubati: tremano carrozzieri e meccanici che hanno acquistato la merce in nero. Giro di affari da 6 milioni di euro

Ascoli, scoperto bazar con ricambi d’auto rubati: tremano carrozzieri e meccanici che hanno acquistato la merce in nero
Ascoli, scoperto bazar con ricambi d’auto rubati: tremano carrozzieri e meccanici che hanno acquistato la merce in nero
di Mario Paci
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Giovedì 25 Gennaio 2024, 04:25 - Ultimo aggiornamento: 11:57

ASCOLI Un bazar illegale a Campolungo dove comprare ricambi per auto rubati a prezzi stracciati è stato scoperto dai finanzieri ascolani in collaborazione con la polizia stradale per un giro d’affari di sei milioni di euro. Sono stati denunciati per ricettazione, riciclaggio, contraffazione, frode nell’esercizio del commercio e omesse dichiarazioni in materia di Iva due ascolani e una polacca. L’inchiesta non è ancora terminata e potrebbe avere un’appendice con il coinvolgimento di carrozzieri e meccanici che hanno acquistato in nero la merce rubata.

La vendita

I ricambi per auto rubati venivano venduti in nero nel magazzino in zona industriale e sul web.

Sono stati rinvenuti, esaminati e catalogati migliaia di pezzi di ricambio, consistenti in airbag, centraline elettroniche, cruscotti, sterzi, un motore usato completo, parti di carrozzeria varie ed altro materiale, tutti di recente costruzione, appartenenti a brand automobilistici: Fiat, Alfa Romeo, Lancia, Jeep, Iveco, BMW, Audi, Mercedes, Jaguar, Mini, Land Rover, Volvo, Chevrolet, Citroen, Dacia, Renault, Ford, Mercedes, Nissan, Peugeot, Porsche, Volkswagen, Peugeot, Skoda, Seat, Toyota, Suzuki, Kia, Mitsubishi, Honda. Al termine dei laboriosi e complessi accertamenti investigativi della polizia stradale, su oltre duemila componenti e accessori, è stato accertata la provenienza illecita, in quanto provenienti da autovetture rubate in tutta Italia, private della componentistica di pregio, e infine stoccati nel Piceno per la loro commercializzazione. I pezzi di auto rubati venivano quindi rivenduti come nuovi a prezzi di gran lunga inferiori a quelli di mercato, a scapito però della sicurezza. Le modifiche o le installazioni di elementi ingegneristicamente complessi quali quelli trafugati, effettuate in maniera non professionale e approssimativa, senza rispettare le procedure e gli standard di qualità delle case madri, oltre a mettere a repentaglio la sicurezza dei veicoli sui quali sono montati – e quindi delle persone trasportate - costituiscono un pericolo anche per tutti gli altri automobilisti. Il sistema illecito sgominato da Guardia Finanza (agli ordini del comandante Lucignano e nello specifico del colonnello Tartaglia) sviliva sia le attività lecite dei rivenditori onesti che il gettito fiscale.

Il giro di affari

A tal proposito, la Guardia di Finanza ha ricostruito analiticamente i redditi conseguiti e non dichiarati dal sodalizio italo-polacco per sei milioni di euro in termini di reddito imponibile ai fini delle imposte dirette e circa 1,3 milioni di euro di Iva dovuta. I siti web utilizzati per la commercializzazione sono stati oscurati, e tutta la componentistica rinvenuta è stata sottoposta a sequestro.

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