Sequestrati due coltelli
quaderni e un tablet

Sequestrati due coltelli quaderni e un tablet
2 Minuti di Lettura
Martedì 19 Agosto 2014, 10:51 - Ultimo aggiornamento: 11:00
ANCONA - Ci sono anche due quaderni a quadretti, forse contenenti appunti personali, tra gli oggetti sequestrati dai carabinieri a Luca Giustini, 34 anni che, probabilmente per un raptus di follia, ha ucciso a coltellate la figlia di 18 mesi a Collemarino di Ancona. I militari hanno perquisito nel pomeriggio la casa della famiglia e l'auto del ferroviere, una Volkswagen Passat: sono stati prelevati due coltelli da cucina e, nella vettura, uno zaino di colore nero contenente effetti personali (fazzoletti di carta, block notes tenuti forse per lavoro, un tablet e i due quaderni a quadretti).



Il materiale rinvenuto potrebbe essere utile per scoprire un eventuale movente del delitto o capire i motivi di stress o paure che hanno indotto l'uomo ad accoltellare a morte la bimba, un orrore altrimenti senza un'apparente spiegazione. Gli investigatori non sono per ora riusciti a interrogare Giustini che si trova ricoverato, piantonato dai carabinieri, presso il reparto di Psichiatria degli Ospedali Riuniti: il trentaquattrenne era sotto shock, in stato catatonico, e non ha detto una parola.



Neanche l’avvocato Nicoletta Pelinga, nominato ieri di fiducia dalla madre di Luca, lo ha ancora incontrato: se le sue condizioni psicofisiche miglioreranno, il legale potrebbe tentare di parlarci oggi in ospedale. “Prima di chiamarlo mostro cerchiamo di capire cosa è successo”, si raccomandava ieri l’avvocato Pelinga. «Un evento tristemente eccezionale», secondo il procuratore capo Elisabetta Melotti, che ha detto ai giornalisti di non ricordare un episodio con caratteristiche simili almeno da quando è ad Ancona. Una tragedia apparentemente inspiegabile, ma secondo lo psichiatra e criminologo Francesco Bruno una crisi psichiatrica grave «non emerge all'improvviso».



Chi soffre di patologie importanti, ha dichiarato ieri all’Ansa il docente universitario, «può anche non parlarne, ma chi gli sta vicino sa che c'è qualcosa che non va». Si tratterebbe comunque di un «gesto anomalo», secondo il professor Bruno, “perchè secondo le statistiche e i fatti accaduti - spiega - i padri che uccidono i figli lo fanno in misura maggiore quando i bambini superano i 3 anni. Al di sotto di questa età è più facile che siano le madri a togliere la vita i bambini. Sempre a causa di un disturbo mentale, magari perchè temono che questo bimbo possa andare incontro a dei guai».
© RIPRODUZIONE RISERVATA