La storia dello studente falconarese Filippo a Nagasaki: «La febbre alta il momento più brutto. I giapponesi sono persone speciali»

La storia dello studente falconarese Filippo a Nagasaki: «La febbre alta il momento più brutto. I giapponesi sono persone speciali»
La storia dello studente falconarese Filippo a Nagasaki: «La febbre alta il momento più brutto. I giapponesi sono persone speciali»
di Gianluca Fenucci
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 18 Ottobre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 19 Ottobre, 09:28

FALCONARA «Finalmente siamo tornati in Italia ma l’esperienza in Giappone è stata molto formativa nonostante il problema di salute che ho avuto e che è stato risolto dai medici giapponesi in modo eccellente». Filippo, che tra pochi giorni sarà maggiorenne, è lo studente del liceo Cambi che durante il viaggio di studio a Nagasaki si è sentito male ed è stato urgentemente operato nell’ospedale della città nipponica. 


La disavventura 

«Appena arrivati a Nagasaki – ricorda Filippo - siamo stati accolti con entusiasmo dai nostri compagni giapponesi, dalle loro famiglie e dai loro insegnanti.

Io avevo iniziato a stare poco bene già a Tokyo ma ho cercato di tenere duro. Giovedì scorso siamo andati a scuola per la lezione di calligrafia, la lezione di inglese e per la cerimonia del kimono. Dopo pranzo, durante la lezione di musica, ho iniziato ad accusare un grande tremolio, sono stato portato nell’infermeria della scuola dove ho scoperto di avere la febbre molto alta e questo è stato il momento in cui ho avuto più paura». Filippo ora è sereno. «Hanno chiamato un’ambulanza che mi ha condotto in ospedale, dove sono stato sottoposto a tutti gli accertamenti e ho iniziato a sentirmi più tranquillo; arrivato il consenso di mia madre mi hanno immediatamente operato». Il liceale esalta la sanità giapponesi che definisce «ineccepibile» e la professionalità di medici, infermieri ed operatori sanitari di un ospedale che Filippo chiama ancora hotel, tanto era di ottima qualità, pulito e efficiente. «Ogni giorno venivo monitorato ed accudito con grande cura – dice il ragazzo - il personale è stato gentile e disponibile e gli infermieri si mostravano sempre con il sorriso e con una generosità unica; gli ambienti e la camera erano puliti e confortevoli e non mi sono mai sentito abbandonato né dagli insegnanti, che quotidianamente venivano a farmi visita, né dai miei compagni che si sono sempre fatti sentire». 

La riconoscenza

Continua: «La solidarietà dei miei amici, dei parenti e degli insegnanti mi è stata di grande aiuto durante la permanenza in ospedale: per questo li ringrazierò per sempre. La domenica sera sono stato raggiunto da mia madre e dalla dirigente scolastica prof Signorini che ha dimostrato tutta la sua umanità. Il lunedì mattina sono stato dimesso ed ho potuto proseguire l’esperienza con il gruppo». La disavventura non ha impedito a Filippo, che risiede a Chiaravalle, di raggiungere i suoi coetanei e proseguire l’esperienza giapponese. «Ho potuto visitare Nagasaki e la sera sono stato a cena con gli studenti giapponesi; il giorno dopo abbiamo preso l’aereo per Tokyo dove abbiamo soggiornato altri 2 giorni. Tokyo è inimmaginabile piena di luci e colori e seppur enorme sono stato colpito dalla pulizia e dalla disciplina del popolo giapponese». Conclude Filippo: «Per me stata una grande lezione di vita. Ciò che è successo mi ha donato l’opportunità di crescere e di confrontarmi con situazioni nuove ed inaspettate. Tornerò in Giappone non appena ne avrò l’occasione perché è un luogo magico: i giapponesi sono persone speciali, accoglienti, disponibili ed organizzati e lo si può notare in tutti gli aspetti della vita quotidiana, a scuola, in metropolitana e, naturalmente, in ospedale».

© RIPRODUZIONE RISERVATA