SENIGALLIA - La vacanza a Cuba, il matrimonio sulle spiagge paradisiache dei Caraibi e poi, dopo quasi due mesi di relax, il ritorno choc a Senigallia, con una sorpresa amarissima: la sua villetta devastata dai ladri vandali, che non si erano limitati a ripulire la cassaforte piena di soldi, gioielli e orologi preziosi, ma avevano pure imbrattato le pareti, chissà perché. Era stato lui stesso a chiamare la polizia per denunciare il furto. Ma durante il sopralluogo, gli agenti e gli specialisti della Scientifica sono stati assaliti dai sospetti: l’allarme era disattivato, i ladri avevano portato via il registratore della videosorveglianza senza lasciare alcuna impronta, per entrare erano saliti al secondo piano e, soprattutto, avevano aperto la cassaforte con la chiave, ritrovata regolarmente in una confezione di profumi nel bagno.
Le anomalie
Troppe anomalie, su cui gli inquirenti hanno voluto vederci chiaro.
I ladri, a suo dire, sarebbero entrati da lì. Ma perché non forzare un infisso al piano terra? «Perché lì c’è un portone blindato, molto più resistente», ha spiegato al giudice. L’imputato, che si ritiene vittima del furto, ha riferito anche di aver trovato un quadro rotto a terra e vernice spray su scale e muri.
«La cassaforte era aperta, sono spariti tutti i soldi e i gioielli». I ladri si sarebbero portati via anche due Rolex. Un colpo (per il quale era assicurato) che, nel complesso, è stato quantificato in 33mila euro, inclusi 15mila euro in contanti. «Tenevo così tanti soldi perché mi servivano per i pagamenti del weekend», si è giustificato il ristoratore. Assistito dall’avvocato Daniele Regni, ha anche aggiunto di non aver installato l’allarme, prima di partire per Cuba, perché sarebbe stato scomodo disattivarlo ogni giorno per un suo conoscente che aveva incaricato di portare da mangiare al cane, lasciato a Senigallia.
Le telecamere non sono state d’aiuto nella ricostruzione del blitz perché i ladri avrebbero tagliato i fili e si sarebbero portati via il videoregistratore digitale. Ieri sono stati sentiti anche i poliziotti che hanno eseguito il sopralluogo: hanno spiegato di essersi insospettiti anche perché i presunti malviventi, nel disegnare, forse per spregio, graffiti sulle pareti con bombolette spray, avevano stranamente “graziato” i quadri e le costose porte. Il processo riprenderà il prossimo 19 dicembre.