Orto Verde a Senigallia, no al silos di 30 metri: a rischio il progetto da 21 milioni

Per la Soprintendenza la cella frigorifera è in contrasto con il paesaggio. «Gravi ricadute per il lavoro»

Orto Verde a Senigallia, no al silos di 30 metri: a rischio il progetto da 21 milioni
Orto Verde a Senigallia, no al silos di 30 metri: a rischio il progetto da 21 milioni
di Sabrina Marinelli
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Venerdì 22 Marzo 2024, 05:50 - Ultimo aggiornamento: 12:44

SENIGALLIA La Soprintendenza boccia la cella frigorifera alta trenta metri che Orto Verde ha chiesto di realizzare a Cesano, su Strada della Bruciata. Troppo alta. Se salta il progetto, però, lo stabilimento che dà lavoro a circa 200 persone finirà per chiudere. Non accadrà in maniera repentina ma quello sarà lo scenario futuro. Il progetto, per un investimento di 21 milioni di euro, ha ottenuto un finanziamento di 8 milioni e 771mila euro di fondi Pnrr.

La vicenda

«Spesso o non veniamo capiti o non siamo considerati – spiega il presidente Giampaolo Pettinari -.

Per incrementare le produzioni abbiamo bisogno di dotarci di adeguate strutture. Fondamentale è la cella frigorifera per immagazzinare il prodotto. Oggi siamo costretti a portarlo lontano, anche fino alla provincia di Rieti, e poi riportarlo internamente per farlo lavorare e ripartire per consegnarlo al cliente finale». Tanti viaggi per i camion e costi elevati oltre alla scomodità. Per questo Orto Verde ha partecipato ad un bando ottenendo il contributo. La cella frigorifera, che consentirebbe di immagazzinare il prodotto vicino allo stabilimento, è meccanizzata senza la presenza dell’uomo all’interno.

Lo studio di fattibilità parte dal 2017, il progetto era stato licenziato con parere favorevole dalla commissione urbanistica e lavori pubblici all’unanimità nel 2019. La nuova costruzione dovrebbe sorgere in una zona di completamento, industrializzata, vicino all’autostrada. «Sul mare si possono realizzare palazzi di nove piani, lì non c’è il paesaggio – sbotta il presidente – qui invece deturpa». Il terreno si trova 15 metri circa sotto l’autostrada e dall’altro lato andrebbe a coprire proprio il tratto di A14. «Al momento c’è stato comunicato solo il preavviso di diniego da parte del Suap del Comune, in base al parere della Soprintendenza – aggiunge il presidente - ma rinunciando all’investimento, perderemo i fondi Pnrr, con un danno gravissimo sulle prospettive future. Saremo costretti a ridimensionare e questo stabilimento, piano piano, andrà a spegnersi. Ulteriori investimenti li faremo guardando altre realtà e Senigallia andrà a chiudere. Pare che interessi molto poco a livello pubblico. Chiediamo collaborazione ma, a parte qualche ente, non c’è disponibilità». Lo stabilimento è nato nel 2007 dalle ceneri dell’ex Scac. Orto Verde fa parte di una cooperativa di agricoltori soprattutto marchigiani. Sono ben 816 i soci e, considerando l’indotto, dà lavoro a un migliaio di persone. Il fatturato nel 2023 è stato di 53 milioni di euro. Il 15% del prodotto viene esportato all’estero, soprattutto in America.

La preoccupazione

«Non possiamo crescere affittando gli spazi fuori – interviene Caecilie Hectel, direttrice generale - è un’esigenza per poter crescere e coltivare la terra, per lo più delle Marche, dell’Abruzzo e dell’Umbria: il centro poco guardato. Non abbiamo un’alternativa perché non ci sono spazi». Entro 180 giorni dall’emanazione del decreto del Ministero, di lunedì scorso, con cui sono stati assegnati gli 8 milioni e 771mila euro, Orto Verde deve comunicare gli esiti amministrativi poi avrà 24 mesi per realizzare l’opera.

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