SENIGALLIA Troppo basso per la procura Ponte 2 Giugno, poi ribattezzato ponte Angeli dell’8 dicembre 2018. Non è stato previsto il franco idraulico di 1,5 metri, rispetto ai valori di una piena del fiume con un tempo di ritorno di 200 anni. E’ quanto viene contestato dalla procura - che ha chiuso le indagini - all’ingegnere Nafez Saqer, progettista del ponte e al collaudatore Giorgio Giorgi. Tra gli altri 23 indagati per l’alluvione del settembre 2022 c’è anche l’avvocato Claudio Netti, all’epoca presidente del Consorzio di bonifica e ora presidente della Bonifica Engineering Marche.
I reati
A lui viene contestata solo la mancata pulizia del fiume e, pur non avendo responsabilità sul ponte, spiega che «c’è un decreto ministeriale del 2018, il quale prevede per la costruzione di un nuovo ponte uno spazio tra il livello di massima piena e il ponte di un 1,5 metri per il passaggio dei tronchi galleggianti». Il decreto riguarda i nuovi ponti ma non era stato considerato nuovo, come di fatto è, perché era un vecchio ponte da rifare.
La giustificazione
«L’autorizzazione paesaggistica imponeva che la struttura fosse sullo stesso livello della strada e così è stato realizzato, visto che si trattava di un ponte da rifare – prosegue Netti –. Applicare quel decreto significava lasciare tra il ponte e il muretto, che rappresenta il livello massimo di piena, 1,5 metri. Dalla strada sarebbero stati in totale 3,2 metri perché va considerata anche l’altezza del ponte. La Soprintendenza non l’avrebbe mai autorizzato perché sarebbe arrivato al primo piano dei Portici Ercolani. Con questa interpretazione ponte Garibaldi non si farà mai». Ponte Angeli dell’8 dicembre 2018 e gli interventi non realizzati, per rendere sicuro il fiume Misa, sono tra gli aspetti finiti nel secondo filone delle indagini della procura per l’alluvione del 15 settembre 2022.