Omicidio Matteuzzi, chiesto l'ergastolo per Padovani: in aula il pm ripercorre i racconti choc dei testimoni

Omicidio Matteuzzi, requisitoria dell'accusa: «Padovani colpevole al di là di ogni ragionevole dubbio»
Omicidio Matteuzzi, requisitoria dell'accusa: «Padovani colpevole al di là di ogni ragionevole dubbio»
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Venerdì 12 Gennaio 2024, 14:48 - Ultimo aggiornamento: 12 Febbraio, 11:24

«La uccido perché lei mi ha ucciso moralmente». Così Giovanni Padovani, ex calciatore accusato dell'omicidio dell'ex compagna Alessandra Matteuzzi, scriveva nelle note del suo telefono il 2 luglio 2022, poco più di un mese prima del delitto. Per la Procura, con la procuratrice aggiunta Lucia Russo e la pm Francesca Rago, è una delle prove del fatto che l'ex calciatore già da molte settimane aveva in mente di togliere la vita ad Alessandra Matteuzzi.

La possibile premeditazione

Nel corso della discussione davanti alla Corte d'Assise di Bologna, la procura si è soffermata per lungo tempo sulle aggravanti contestate a Padovani, anche oggi presente in aula: stalking, vincolo del legame affettivo, motivi abietti, premeditazione.

L'ossessione

«Padovani era ossessionato dalla gelosia. Padovani - ha sottolineato Russo - considera la Matteuzzi come una sua proprietà, una sua appartenenza, la sottopone a vincoli. Nel loro rapporto non c'è nulla che abbia a che fare con l'amore o con altri sentimenti positivi. Padovani in realtà disprezza la Matteuzzi, la disprezza profondamente. Anche di fronte al corpo senza vita di Alessandra, la insulta».

Padovani, ha spiegato la Procura, comunica a più persone la propria intenzione omicidiaria e fa ricerche su internet del tipo: «stalking e violenza donne quanti anni di reclusione, che pena c'è per uccidere una donna, il rapimento perfetto, dove colpire una donna, si può usare il cellulare in carcere, Stati dove non c'è la pena di morte, Stati dove non vale la legge italiana». Riferisce delle sue intenzioni anche a un compagno di squadra. «Io pagherò, ma lei paga», è uno dei messaggi scritti in chat dall'ex calciatore. «Padovani già da molte settimane prima dell'omicidio aveva in testa che la Matteuzzi doveva essere uccisa, doveva pagare», ha detto ancora Russo.

La discussione

«Le prove consentono di appurare la responsabilità dell'imputato al di là di ogni ragionevole dubbio». Così la procuratrice aggiunta Lucia Russo in apertura della discussione, davanti alla Corte d'Assise di Bologna presieduta dal giudice Domenico Pasquariello, nell'ambito del processo che vede imputato l'ex calciatore Giovanni Padovani, accusato dell'omicidio della ex fidanzata Alessandra Matteuzzi, uccisa il 23 agosto del 2022 con calci, pugni, martellate e colpi di panchina.

Per Russo, il delitto avviene «all'esito di una relazione morbosa» e quella di Padovani è una «espressione di volontà padronale», come ha ribadito anche la pm Francesca Rago, e di «asservimento della vittima».

La ricostruzione

Russo ha poi descritto l'agghiacciante omicidio utilizzando le parole rilasciate dai testimoni, mentre in aula la sorella di Alessandra, Stefania Matteuzzi, che mentre maturava il delitto era al telefono con lei, non ha trattenuto le lacrime, piangendo a più riprese. «Ho visto la donna stessa a terra, inerme - è il racconto di una vicina - con il ragazzo sopra di lei che sollevava una panchina e gliela sbatteva addosso due o tre volte.

I capelli biondi della donna sono diventati rosa. Gli ho detto di smetterla di colpirla e lui mi ha risposto 'non ce l'ho con tè. 'Questa mi ha rovinato la vita, mi ha traditò. Ogni tanto la colpiva al collo con un calcio».

Ancora, un altro testimone: «La scena che mi si è presentata davanti è la donna incosciente a terra, e lui che le dava calci sullo zigomo destro. Le sue scarpe si sporcavano di sangue...».

Il vicino poi è sceso in strada, allontanando Padovani. «Il ragazzo sembrava si fosse calmato - ha aggiunto la procuratrice leggendo le parole del vicino - e mi ha chiesto di potersi avvicinare per vedere il suo stato di salute. Ci siamo avvicinati, mi sembrava respirasse, lui giunto a una certa distanza da lei le sferrava un violento calcio in volto. 'Non mi interessa andare in carcere, l'importante è che muoia leì, ha detto subito dopo». Per la pm Padovani non voleva solo uccidere la vittima, ma «cancellarne i suoi connotati, la sua bellezza».

La richiesta di ergastolo

«L'orribile crimine di cui si è macchiato Padovani va punito con l'ergastolo. Questa è la pena che deve essere applicata». È la richiesta della Procura di Bologna nei confronti di Giovanni Padovani, l'ex calciatore accusato del femminicidio dell'ex compagna, Alessandra Matteuzzi, uccisa a Bologna il 23 agosto del 2022, davanti alla sua casa.

«Alessandra Matteuzzi è stata annientata - ha detto la pm Lucia Russo - Padovani l'ha uccisa ancor prima di toglierle la vita. È stata uccisa ancora prima che le venisse massacrato il cranio, a calci, pugni, martellate e colpi di panchina». Per la procura non sussistono elementi che possano giustificare attenuanti generiche per Padovani.

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