Marche, caccia ai fiancheggiatori dell'Isis
Controlli rafforzati al porto e a Loreto

Marche, caccia ai fiancheggiatori dell'Isis Controlli rafforzati al porto e a Loreto
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Giovedì 14 Gennaio 2016, 05:23 - Ultimo aggiornamento: 13:20
ANCONA - Una rete di fiancheggiatori dell’Isis, disposti a pagare fino a duemila euro al mese per arruolare nuovi reclutatori.


Attivisti che conoscano bene la nostra lingua e abbiano buone capacità informatiche, in modo da infiltrare gli ambienti islamici italiani, anche attraverso insospettabili cittadini albanesi, a caccia di foreign fighters disposti a dare la vita in nome della Jihad. Quella cellula di reclutatori farebbe capo ad Ancona, da sempre porta verso l’Oriente, crocevia di traffici e culture, canale privilegiato tra i “due mondi”.

L’intelligence italiana e la procura della Repubblica di Genova sarebbero sulle tracce di quella rete di fiancheggiatori dell’Isis che sfrutterebbe il porto dorico come ponte verso i Balcani e l’Asia. Tutto nasce dalla storia di Giuliano Delnevo, lo studente genovese convertito all’Islam, morto nel 2013 a 24 anni, nella battaglia di AlQusayr, roccaforte dei ribelli anti-Assad in Siria.

Un ruolo cruciale lo avrebbe il porto di Ancona: un vero e proprio obiettivo sensibile su cui il nuovo prefetto di Ancona, Antonio D’Acunto, incrementerà i controlli antiterrorismo, servendosi dei militari dell’Esercito già inviati a dicembre dal ministero per blindare il capoluogo e rafforzare la sicurezza alle frontiere.

“Il contesto attuale è difficile - dice D'Acunto - la minaccia terroristica non va sottovalutata in alcun modo. L’attenzione è massima anche qui. Ho già trovato che sono stati rafforzati i controlli sul porto. L’altro punto è Loreto, dove pure c’è stato un rafforzamento. Presto incontrerò i vertici delle forze dell’ordine per rafforzare ancora di più questo sistema di controllo”.

Infine, proprio ieri l’onorevole Lara Ricciatti (Sinistra italiana) ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno per chiedere quali misure “intenda intraprendere per fronteggiare il rischio di infiltrazioni di cellule terroristiche in Italia, che trova in Ancona una naturale porta di accesso dai Balcani, dove sarebbero presenti - secondo un rapporto della Kosovo Force della Nato - circa 900 foreign fighters”.
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