Pestati a sangue dalla baby gang, il racconto choc: «Picchiati senza pietà, ma li abbiamo riconosciuti»

l racconto di uno dei due ragazzi pestati dal branco ai giardini: «Erano in sette, sono i soliti. Trovateli e puniteli»
l racconto di uno dei due ragazzi pestati dal branco ai giardini: «Erano in sette, sono i soliti. Trovateli e puniteli»
di Nicoletta Paciarotti
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Domenica 31 Marzo 2024, 03:35 - Ultimo aggiornamento: 2 Aprile, 09:10

JESI «Ora vogliamo giustizia». Ha ancora il volto coperto dai lividi, nella testa il ricordo vivido di quegli instanti, il 21enne accerchiato e pestato venerdì notte da una baby gang ai giardinetti pubblici di Jesi, che adesso chiede che chi gli ha fatto del male, non resti impunito. Con lui, quella sera, c’era anche un amico, anche lui di 21 anni. «Siamo molto arrabbiati, ma non cercheremo vendetta, vogliamo solo che i responsabili paghino per quello che ci hanno fatto». 

 
La vicenda 


Venerdì notte i due giovani sono arrivati al parco intorno all’una.

Volevano raggiungere due amiche per festeggiare insieme un compleanno, ma le cose sono andate diversamente. «Mi dai una sigaretta?».

E giù le botte. «Li abbiamo visti arrivare, erano in sette – racconta il ragazzo - I soliti sette. Sapevamo già come sarebbe andata a finire perché qualche giorno prima un nostro amico era stato aggredito fuori dal McDonald’s. Ma non immaginavano tanta violenza». Il giovane e l’amico sono finiti al pronto soccorso di Jesi, l’uno con uno zigomo rotto e una scheggiato, l’altro con un trauma cranico. «Ci hanno chiesto una sigaretta. E glie l’abbiamo data. Ma non è bastato, perché hanno iniziato a frugarci nelle tasche: al mio amico hanno rubato le sigarette, a me per fortuna non sono riusciti a sfilare il portafoglio. Abbiamo provato a dileguarci, ma ci hanno accerchiato». 


Il giovane e l’amico sono stati presi a calci e pugni. Sette contro due. «A un certo punto è volata anche una bottiglia di spumante, per fortuna sono riuscito a schivarla». Le amiche che erano con loro, sotto choc, sono fuggite, riuscendo però a chiamare i carabinieri. «Mia figlia è tornata a casa in lacrime. Non potevamo credere che fosse successo davvero» - ha raccontato il genitore al Corriere Adriatico -. Chiediamo per i nostri figli una città più sicura». In questi giorni è scattato il giro di chiamate tra genitori, in apprensione per quanto successo. 

«Siamo preoccupati e stanchi – ha detto ieri il padre della vittima – episodi come questi non devono accadere più. C’è bisogno di maggiori controlli e di implementare l’impianto di videosorveglianza della città, soprattutto nei luoghi più sensibili». «Siamo riusciti a guardarli in volto – ha detto il 21enne – li ricordo molto bene, spero che per loro ci siano conseguenze serie». Venerdì un secondo faccia a faccia. «Il giorno dopo l’accaduto – racconta il ragazzo - quando sono riandato a prendere la mia auto, ho incontrato uno di loro al parco, era da solo, è fuggito». Il giovane ha ripreso ad uscire normalmente. «Non ho paura – conclude - non ho conti in sospeso con nessuno». Quattro sarebbero stati già riconosciuti.

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