Jesi: estorsione a un commerciante
per il video hard, condanne per 13 anni

Un micro proiettore
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Venerdì 8 Aprile 2016, 04:29
JESI - Condanne per 13 anni agli artefici dell'estorsione hard ai danni di un commerciante jesino, titolare di un negozio di elettronica, che dall'agosto 2010 al gennaio 2011 fu costretto a pagare cifre altissime perché non venisse diffuso il video di un rapporto omosex avuto con un ragazzo siciliano, girato di nascosto. Gli imputati sono stati condannati a vario titolo per estorsione, rapina e favoreggiamento della prostituzione. Avevano messo in piedi un giro di giovanissimi gigolò che, disposti a fare sesso in cambio di soldi, venivano proposti al commerciante. A far scattare l'inchiesta, un tentativo di rapina in negozio attuato da un ragazzo che pretendeva di essere pagato per un rapporto (aveva patteggiato, uscendo subito dal procedimento). Dopo qualche tempo, sono cominciate le telefonate e i ricatti hard. Secondo la ricostruzione del pm Rosario Lioniello, era soltanto un 26enne  ad occuparsi di procurare i gigolò alla vittima, di cui inizialmente era amico, per poi minacciarlo di rivelare a tutti la sua omosessualità: con questo ricatto si sarebbe fatto consegnare 3 mila euro e tre computer. Al commerciante jesino - che si è costituito parte civile chiedendo un risarcimento di 50mila euro - sono arrivate minacce anche da una 29enne falconarese e da una 30enne che, sostenendo di essere in possesso del video hot, sarebbero riuscite ad estorcergli 5 mila euro, un assegno da 10mila (poi bloccato) e un Pc. Tutto è cominciato quando la vittima ha ricevuto una serie di telefonate in negozio. "So quello che fai e che non vuoi si sappia in giro", gli ha detto un uomo che ha preteso di incontrarlo da solo. "Quando ci siamo visti mi ha mostrato il video: voleva 5mila euro in 4 rate", ha raccontato la vittima tempo fa al giudice. Avrebbe consegnato la somma alle due donne imputate. Ma le richieste sarebbero continuate: dopo l'assegno da 10mila euro (staccato, ma poi bloccato con una strumentale denuncia di smarrimento), il commerciante si è trovato l'auto danneggiata e si è visto costretto a versare 3mila euro a più riprese sulla Postepay del giovane: temeva non solo per la privacy, ma anche per la love story col suo fidanzato. A un certo punto, però, ha detto basta. "Non sapevo più come fare, avevo finito i soldi". Di qui la denuncia. E ieri, con le condanne, la fine di un incubo. 
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