Falconara, droga e un’arma clandestina in auto. Il boss sfasciacarrozze chiede scusa

Falconara, droga e un’arma clandestina in auto. Il boss sfasciacarrozze chiede scusa
Falconara, droga e un’arma clandestina in auto. Il boss sfasciacarrozze chiede scusa
di Stefano Rispoli
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Venerdì 20 Ottobre 2023, 03:55 - Ultimo aggiornamento: 21 Ottobre, 07:25

FALCONARA Ufficialmente faceva lo sfasciacarrozze, ma nella sua vita parallela era un boss della droga. Per i poliziotti che l’hanno arrestato il 22 aprile scorso, gestiva un giro d’affari considerevole: non era un semplice pusher, ma un grossista dello sballo, a capo di una fitta rete di spacciatori di cocaina e hashish. Tant’è che, per rendere più credibile la sua immagine nel mondo della droga, girava con una pistola clandestina.


Il giudizio 

Ieri il 43enne albanese, che per un periodo è stato in carcere a Montacuto e ora è ai domiciliari nell’abitazione in cui vive con la moglie e la figlia, ha deciso di patteggiare la pena di 4 anni e 2 mesi di detenzione, richiesta accolta, in sede di giudizio immediato, dal gup Francesca De Palma.

Difeso dall’avvocato Emanuele Senesi, già nell’udienza di convalida dell’arresto, ad aprile, aveva riconosciuto le proprie responsabilità. «Spaccio perché ho problemi economici» aveva detto, pentito, in tribunale.

Ad eseguire il blitz erano stati i poliziotti della Squadra Mobile di Ancona: si erano presentati a casa sua di mattina e l’avevano subito immobilizzato, conoscendo la sua pericolosità. Quindi erano passati alla perquisizione dell’abitazione, convinti che nascondesse un carico di droga. In realtà, lo stupefacente era stato trovato con la collaborazione dei cani antidroga nella corte esterna della sua abitazione, all’interno di una vecchia auto: quasi quattro etti di hashish e poco meno di due etti di cocaina purissima, nascosti dietro un fanale e sotto la batteria. Un tesoro illegale che, per gli investigatori, avrebbe fruttato un guadagno di oltre 40mila euro. 

Ma durante la perquisizione, è spuntata fuori anche la pistola illegale, che era custodita sotto il sedile della sua Bmw: una semiautomatica clandestina pronta all’uso perché caricata con 7 proiettili calibro 9, più altre 14 munizioni, tutte ad ogiva cava, dunque con una capacità perforante maggiore, prodotte da un’azienda italiana per il Comando generale della Guardia di Finanza. Tutto il materiale era stato sequestrato e ai polsi dell’albanese erano scattate le manette.

Dopo un periodo trascorso a Montacuto, gli sono stati concessi i domiciliari. Ieri ha patteggiato a 4 anni e 2 mesi di reclusione per i reati di spaccio, detenzione di un’arma clandestina e ricettazione. 

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