Detenuto italiano si suicida in carcere a Montacuto. «C'era stata violenta aggressione a un poliziotto penitenziario». Il post di Ilaria Cucchi: «La madre chiedeva aiuto»

Detenuto italiano si suicida in carcere a Montacuto. «C'era stata violenta aggressione nei confronti di un poliziotto penitenziario»
Detenuto italiano si suicida in carcere a Montacuto. «C'era stata violenta aggressione nei confronti di un poliziotto penitenziario»
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Sabato 6 Gennaio 2024, 17:11 - Ultimo aggiornamento: 18:02

ANCONA - Un detenuto, italiano, di circa 23 anni, in carcere per reati contro il patrimonio, si è suicidato nel tardo pomeriggio di ieri nel bagno della sua cella nell'isolamento della Casa Circondariale di Ancona Montacuto. «A nulla sono valsi i soccorsi della Polizia penitenziaria e dei sanitari intervenuti» ha spiegato Uilpa, sindacato della polizia penitenziaria, rimarcando che il detenuto che si è tolto la vita era stato protagonista di una violenta aggressione nei confronti di un poliziotto penitenziario.

La lettera della madre del detenuto postata da Ilaria Cucchi


«Ieri ho ricevuto una lettera che iniziava così - scrive Ilaria Cucchi su Facebook -  Matteo era detenuto nel carcere di Ancona. Quando sua mamma mi ha scritto, era ancora vivo, ma minacciava di suicidarsi.
Ieri, a distanza di poche ore, Matteo ha dato seguito alle sue parole, si è tolto la vita.
Era afflitto da problemi psichiatrici. Come tanti altri detenuti, se la passava male, la struttura in cui era rinchiuso lo soffocava.
Era in isolamento, ci era finito per un procedimento disciplinare.
Lo Stato, nel momento in cui era chiamato a fare sentire tutta la sua presenza e la sua cura, l’ha abbandonato.
Isolandolo.
Quello che è successo a Matteo è di una gravità inaudita.
Quando ho sentito sua mamma, dopo la sua morte, al telefono, non sono riuscita che a dire altro se non che mi dispiace e che farò il possibile affinché vengano accertate le responsabilità della sua morte.
Non basta, non basterà mai. Però glielo devo, glielo dobbiamo.
Perché quello che è successo a Matteo, è anche una nostra responsabilità.
Perché quello Stato, lo Stato che ha isolato Matteo nel momento del bisogno, quello che non lo ha assistito e ha calpestato i suoi diritti, siamo tutti noi».

Nel 2023 ci sono stati 68 suicidi

«Se il 2023 si è chiuso con 68 suicidi fra i detenuti e uno fra gli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria e ben tre omicidi nelle carceri (19 giugno, Velletri; 13 settembre, Genova Marassi; 19 dicembre, Viterbo), l'anno 2024 si apre nel peggiore dei modi con sommosse, suicidi e morti quantomeno dubbie» commenta il segretario generale Gennarino De Fazio, riferendosi al decesso di ieri di un detenuto nel carcere napoletano di Poggioreale, per il quale non si esclude l'ipotesi dell'omicidio.

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